Napoli

Cogliere le occasioni è una delle doti dei campioni. Se poi si tratta di “giovani campioni” il dato è ancora più importante. Valerio Cuomo compirà 24 anni ad aprile, è nato nel 1998 quando papà Sandro vinse la sua seconda prova di Coppa del Mondo individuale a distanza di dieci anni dalla prima. A livello giovanile ha vinto tanto. Ha mostrato tutte le sue qualità ma l’impatto con il “circuito” dei grandi non è stato semplice. Il salto è sempre un momento complicato e la pandemia non ha aiutato il classe 1998. Diciotto mesi senza Coppa del Mondo hanno rallentato notevolmente il suo processo di crescita. Senza gare e confronti è difficile esprimere tutto il proprio potenziale. Quando la Coppa del Mondo è tornata con un calendario regolare ecco che Cuomo ha piazzato il suo primo acuto.

Sochi resterà per sempre una delle sue località preferite. Il primo successo non lo dimenticherà mai. Al rientro a Napoli il giovane Valerio ha festeggiato con la sua famiglia a cui ha dedicato il primo titolo. Un abbraccio particolare lo avrà dato a papà Sandro che fino alle Olimpiadi di Tokyo era anche il CT della Nazionale di spada. Tokyo però era un obiettivo lontano per Valerio che punta forte su Parigi 2024.

In una chiacchierata fatta qualche anno fa, in occasione dell’Inaugurazione della sala di scherma alla Colonia Elioterapica, l’allora CT ci spiegò che per il talentuoso figlio l’obiettivo reale sarebbe stata l’Olimpiade in terra francese. Provare a bruciare le tappe serve a poco e Valerio lo sa bene per questo nel posto vittoria ha parlato con enorme maturità sottolineando che nulla dovrà cambiare nel percorso di crescita stilato qualche tempo fa. 

Intanto papà Sandro festeggiava da casa e ha affidato le sue emozioni ad un lungo post sui social. “Difficile commentare un risultato dì questa portata... soprattutto per un papà! Posso solo dire che, a conferma delle intuizioni politiche della gestione nazionale/internazionale del periodo del presidente Scarso, i 20/23 anni rappresentano un periodo molto delicato del parco atleti nella spada. Esci dal settore giovanile, ma non sei ancora pronto per quello assoluto, e non ti senti né carne né pesce... La piena maturità dello spadista si raggiunge tra i 24 ed i 30 anni, con le dovute eccezioni (Imre campione del mondo a 40 anni...), e solo chi non si abbatte in quel periodo della propria vita sportiva, alla fine, dopo aver preso tre anni dì ceffoni, ne esce fuori. Solo noi genitori conosciamo l'entità dei momenti dì sconforto dei nostri figli, e non c'è cosa più brutta che vedere un figlio soffrire, così come non c'è cosa più bella nel vedere un figlio felice. Non so se Valerio si renda conto dell'impresa sportiva che ha compiuto, ma è meraviglioso vedere un podio con le tre medaglie olimpiche più recenti e lui li, più in alto dì tutti”. Un pensiero intenso dove il tecnico incrocia le gioie del padre.