Le organizzazioni sindacali proclamano lo stato di agitazione, riservandosi ulteriori azioni di lotta sindacale in ambito regionale per protestare contro lo stato di abbandono in cui versano i poliziotti penitenziari della Regione Campania.
Ecco le motivazioni alla base dello stato di agitazione:
1. Istituti penitenziari e nuclei traduzioni ai limiti del collasso, con carichi di lavoro non più fronteggiabili con gli attuali organici, ben al di sotto delle piante organiche già sottodimensionate, con inevitabili ripercussioni sulle pessime condizioni lavorative ed organizzative dei poliziotti penitenziari.
2. Impossibilità di sottoscrivere accordi decentrati sulle organizzazioni del lavoro che non siano lesive dei diritti del personale a cui si chiedono costantemente ulteriori sacrifici, limitandone finanche il godimento dei diritti soggettivi.
3. Eccessivo ricorso al lavoro straordinario, talvolta senza la necessaria copertura finanziaria, che ormai è diventata la regola per fronteggiare la costante emorragia di personale e l’esponenziale aumento dei carichi di lavoro.
4. Mancato pagamento anticipo missioni e ritardi eccessivi nel rimborso delle missioni stesse, con una difforme interpretazione e deliberata violazione delle pertinenti norme che si concretizza in frequenti contestazioni dei rimborsi spettanti, spesso travalicanti gli accordi vigenti.
5. Luoghi e postazioni di lavoro inadeguati e spesso insalubri (es. matricola cc Poggioreale, sezioni detentive, automezzi ecc.) con arredi usurati e al limite della funzionalità.
6. Mancato rispetto degli impegni presi dal provveditore nel corso dell'ultima e unica riunione con le organizzazioni sindacali con successivi riscontri evasivi e per niente risolutori delle problematiche esposte nelle note sindacali congiunte. Ovvero, riscontri a segnalazioni sindacali non collimanti con le problematiche rappresentate, espressione di un superficiale approccio a quanto esposto e di conseguenza di una scarsa attenzione verso tutti gli uomini e le donne della polizia penitenziaria che sono costretti da tale status quo a convivere con le loro gravi difficoltà.
7. Attuazione di forme di mobilità del personale del Ust e sostanziali modifiche organizzative e gestionali del Nucleo Aeroportuale non concordate, ne comunicate alle organizzazioni sindacali con la pressoché dissoluzione di un servizio e di una diramazione fondamentale per i processi lavorativi nazionali ed alla cooperazione tra enti diversi dell’Amministrazione penitenziaria.
8. Locali mensa in alcuni istituti inadeguati alle nuove norme igieniche privi di efficaci sistemi di aerazione e/o di climatizzazione con distribuzione di acqua e condimenti non conformi alle stesse norme.
9. Personale di Polizia Penitenziaria sempre più spesso costretto a consumare un fugace pasto sul posto di servizio perché impossibilitato ad allontanarsi per mancanza del cambio.
10. Poliziotti sempre più spesso costretti ad espletare turni di servizio superiori alle 9 ore di lavoro, finanche nei piantonamenti sui reparti ospedalieri, con mancato rispetto dei tempi di recupero psicofisico.
11. Personale di polizia penitenziaria sempre più spesso costretto a ricoprire più posti di servizio contemporaneamente con evidenti ed inevitabili ripercussioni sullo stress lavoro-correlato.
12. Servizio di sorveglianza generale delle carceri effettuato da personale del ruolo agenti assistenti, nonostante la presenza del ruolo degli ispettori, questi ultimi distribuiti solo sui turni antimeridiani.
"Tutto ciò - si legge nella nota - accade nella totale indifferenza dell’amministrazione penitenziaria
dalla quale ci si aspetterebbe una presa di posizione forte e determinata nei confronti dei mass-media a sostegno dei baschi azzurri. Riteniamo che sia giunto il momento di indignarsi con forza per quanto sta accadendo quotidianamente negli Istituti e nei servizi penitenziari, complice una Amministrazione silente ed incapace di gestire e risolvere le continue criticità più volte segnalate. In questo clima, già esasperante, il confronto con le istituzioni latita, le relazioni sindacali sono sempre più rarefatte e le stesse Direzioni non sono in grado di garantire l’applicazione corretta dei protocolli di intesa locali vista la carenza sempre più massiccia di uomini e mezzi. In tale contesto si accumulano giorni di congedo non fruiti nei tempi previsti e ore di lavoro straordinario non retribuito per mancanza di adeguata copertura finanziaria.
Oramai in quasi tutte le realtà detentive della regione il personale opera già ai livelli minimi di sicurezza durante le ore antimeridiane, e si riduce ai minimi termini nei turni pomeridiani e notturni, con un'inferiorità numerica rispetto alla popolazione detentiva che espone il personale di sezione al concreto pericolo di restare vittima di quegli stessi eventi critici che deve impedire e fronteggiare. Viste le condizioni attuali, è legittimo preoccuparsi per la sicurezza interna ed esterna al carcere, ed è doveroso investire di tale difficile situazione anche le autorità competenti a garantire l'ordine e la sicurezza sul territorio.
Per questi motivi le organizzazioni sindacali firmatarie del documento proclamano lo stato di agitazione e l’interruzione delle relazioni sindacali con il massimo vertice regionale, con riserva scendere in piazza per una manifestazione di protesta, per esternare tutto il proprio legittimo dissenso e forzare l’immobilismo che ristagna ormai da troppo tempo nella regione Campania, impantanato in una palude di indifferenza i cui maleodoranti miasmi stanno esondando oltre limiti non più tollerabili.
Il documento è a firma di Osapp, Uil Pa, Sinappe, Fns Cisl, Uspp, Fsa-Cnpp, Cgil Fp: (Vincenzo Palmieri) (Domenico De Benedictis) (Pasquale Gallo) (Lorenza Sorrentino) (Ciro Auricchio) (Aniello Napoletano) (Orlando Scocca).
La nota è stata inviata al ministro della giustizia Marta Cartabia, al prefetto di Napoli Claudio Palomba, al vice capo del Dap Roberto Tartaglia, al direttore generale del personale e delle risorse Massimo Parisi, al provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria Carmelo Cantone, a tutti gli istituti penitenziari della Regione Campania, agli organi di stampa e per conoscenza all'ufficio relazioni sindacali Dap Ida Del Grosso, alle segreterie generali e nazionali organizzazioni sindacali e a tutte le segreterie provinciali e delegati Iipp Campania.