Benevento

L'annullamento, con rinvio dinanzi ad una diversa sezione della Corte di appello, della condanna di un imputato, la dichiarazione di inammissibilità dei ricorsi presentati per altri tre. Così la Cassazione per le persone che avevano scelto il rito abbreviato dopo essere state tirate in ballo dall'indagine antidroga dei carabinieri e della Dda rimbalzata all'onore delle cronache l'11 febbraio del 2019.

L'annullamento è stato stabilito per Pio Musco (avvocato Domenico Dello Iacono), 40 anni, di Benevento, al quale in secondo grado erano stati inflitti 11 anni, 4 mesi e 20 giorni contro gli iniziali 15 anni e 10 mesi. Condanne invece confermate per Vincenzo D'Agostino, 30 anni, di San Nicola Manfredi ( 6 anni, 5 mesi e 10 giorni), Alfredo Norice, 38 anni, di Benevento (5 anni, 7 mesi e 10 giorni ), Pierino Licciardi, 55 anni, di Benevento (5 anni, 3 mesi e 10 giorni), che non aveva presentato ricorso, e Antonio Troise, 30 anni, di Benevento ( 4 anni e 4 mesi), difesi dagli avvocati Antonio Leone, Fabio Russo, Claudio Fusco.

Il rito abbreviato era stato scelto anche da altre quattro persone, tutte assolte. Le accuse a vario titolo: associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti e spaccio, contestate in relazione a fatti che si sarebbero svolti dal 2016 all'aprile 2018.

Nel mirino degli inquirenti, come si ricorderà, era finito un giro di hashish, eroina e cocaina acquistati a Castelvolturno e Castello di Cisterna e poi piazzati nel capoluogo ed in qualche centro della provincia. L'attività investigativa, supportata da intercettazioni, servizi di osservazione e pedinamento, dai sequestri e dagli arresti operati nelle fasi intermedie, e dalle dichiarazioni di più acquirenti, avrebbe consentito di delineare i ruoli svolti nell'attività: dalle gestione dei proventi alle consegne della 'roba', dai viaggi necessari all'acquisto e alla vendita degli stupefacenti.