Arriverà tra una settimana la decisione della Corte sulla richiesta, avanzata dal procuratore generale, di riaprire l'istruttoria dibattimentale nel processo d'appello contro la sentenza con la quale il Tribunale di Benevento, il 10 dicembre del 2020, ha assolto perchè il fatto non sussiste, le otto persone tirate in ballo dal cosiddetto troncone politico dell'indagine sull'Asl condotta dalla guardia di finanza.
L'udienza ha anche restituito una ordinanza con la quale i giudici hanno estromesso dal novero degli imputati, in assenza di ogni ricorso, il sindaco di Airola Michele Napoletano (avvocato Luigi Supino) per il quale la sentenza di assoluzione è già diventata definitiva.
Il giudizio di secondo grado è stato determinato dall'appello del sostituto procuratore Assunta Tillo nei confronti di sei persone in relazione a due vicende nelle quali erano stati ravvisati gli addebiti di concussione, tentata concussione e turbativa di gara.
Si tratta di Felice Pisapia (avvocati Vincenzo Regardi e Claudio Botti), ex direttore amministrativo, dell'ex parlamentare Nunzia De Girolamo (avvocati Domenico Di Terlizzi e Giandomenico Caiazza), di Arnaldo Falato (avvocato Mario Verrusio), ex responsabile budgeting, Luigi Barone (avvocati Vincenzo Sguera e Gaetano Coccoli) e Giacomo Papa (avvocato Salvatore Verrillo), chiamati in causa come collaboratori di De Girolamo, e dell'ex direttore generale Michele Rossi (avvocato Roberto Prozzo).
Come più volte ricordato, la prima vicenda, contestata a Rossi, De Girolamo, Barone, Papa, Falato e Pisapia, riguarda la concussione – il Tribunale l'aveva qualificata come violenza privata- (e la turbativa di gara) di cui sarebbe rimasto vittima Giovanni De Masi, dirigente dell'Unità Provveditorato. Una persona ritenuta non gradita dal punto di vista politico, che sarebbe stata 'invitata' a sospendere quattro gare già bandite e prossime alla scadenza – tra il 14 e il 26 ottobre 2011 - (cure domiciliari, trasporto infermi in emergenza, disinfestazione e derattizzazione, pulizie) e a lasciare l'incarico ricoperto. De Masi aveva chiesto il trasferimento per motivi di carattere familiare e personale, secondo la Procura sarebbe stato costretto a farlo.
C'è poi il capitolo del bar del Fatebenefratelli, prospettato solo per Rossi e De Girolamo: la Procura ritiene che ci sarebbe stato il tentativo di costringere Fra Pietro Cicinelli, legale rappresentante del Fatebenefratelli di Benevento, “attraverso una intensificazione dei controlli da parte dei funzionari Asl sulle prestazioni sanitarie erogate, ad adottare ogni provvedimento idoneo a far rilasciare alla ditta 'Mario Liguori srl' i locali occupati, così da consentire la stipula di un nuovo contratto per la gestione del bar con Giorgia Liguori, cugina della De Girolamo”.
Non è finita: una della parti civili, la Sanit, con l'avvocato Natale Polimeni, ha impugnato anche, ai soli fini civili, le assoluzioni di Gelsomino Ventucci (avvocati Paolo Abbate ed Emilio Perugini).