Al via gli interrogatori delle nove persone tirate in ballo dal secondo troncone dell'inchiesta del sostituto procuratore Assunta Tillo e dei carabinieri sull'inquinamento dei fiumi. E' relativo ai rapporti tra Comune e Gesesa, in particolare all'affidamento alla Gesesa della gestione del Servizio idrico integrato, avvenuta nel 2018.
Domani saranno ascoltati Giovanni Quarantiello (avvocato Luigi Bocchino), all'epoca capogruppo in consiglio comunale di una delle liste a supporto del sindaco Mastella, primo firmatario di un emendamento sottoscritto anche da altri rappresentanti dell'assise, e di Giovanni Tretola (avvocato Vincenzo Regardi), capo tecnico della società, mentre giovedì sarà la volta di Mario Pasquariello, assessore comunale ai Lavori pubblici, Maurizio Perlingieri, dirigente del settore di Palazzo Mosti, difesi dall'avvocato Sergio Rando.
Tra il 19 ed il 21 febbraio toccherà invece a Piero Ferrari, fino al gennaio 2019 amministratore delegato di Gesesa, Oreste Montano, ingegnere, e Giovanni Moriello, geologo, rappresentati dall'avvocato Marcello D'Auria. Lo slittamento si spiega con l'udienza di venerdì 11 febbraio dinanzi al Riesame, chiamato a pronunciarsi – come Ottopagine aveva anticipato il 30 dicembre del 2021 – sull'appello del Pm contro il no del Gip all'adozione di una misura cautelare nei confronti di Ferrari, Montano e Giovanni Colucci, commissario straordinario dell'Ato Calore-Irpino e dall'ottobre del 2018 commissario liquidatore dello stesso. Un appuntamento, quello in programma a Napoli, che vedrà impegnati, oltre all'avvocato D'Auria, gli avvocati Andrea De Sanctis, Raffaele Tecce e Giambattista Colucci.
A completare l'elenco degli indagati, Pasquale Schiavo, responsabile servizio manutenzione della Gesesa.
Diverse le ipotesi di reato: per Ferrari, Colucci, Montano, Perlingieri, Pasquariello e Quarantiello quella di concorso in abuso d'ufficio, prospettata per una delibera del 2018 – Pasquariello l'aveva proposta alla giunta che l'aveva approvata, al pari del Consiglio – sull'individuazione della Gesesa come gestore del Scrvizio idrico integrato. Un'iniziativa ritenuta illegittimo dagli inquirenti, secondo i quali l'affidamento sarebbe dovuto andare solo a società interamente pubbliche. Una scelta, quella dell'Ente pubblico, che avrebbe consentito a Gesesa di ottenere l'incarico per la progettazione.
Per Moriello e Schiavo, in concorso con Montano e Ferrari, una ipotesi di abuso d'ufficio, per Tretola, in concorso con Ferrari, Montano e Schiavo, una ipotesi di falso in relazione allo studio di prefattibilità tecnica ed economica del sistema depurativo di Benevento. Infine, per Ferrari, Colucci e Montano una presunta turbativa di gara.
Il filone principale dell'indagine, come si ricorderà, era rimbalzato all'attenzione dell'opinione pubblica nel maggio del 2020, quando erano stati sequestrati dodici depuratori tra Benevento – Ponte delle Tavole, Capodimonte e Pontecorvo – Telese Terme (2), Frasso Telesino, Melizzano, Forchia, Castelpoto, Morcone, Ponte e Sant'Agata dei Goti. L'inchiesta è stata anche scandita dall'annullamento, deciso dal Riesame, di un maxi sequestro per 78 milioni di euro a carico della Gesesa.