Capaccio

Non si ferma l'attività al Parco archeologico di Paestum. In queste ore i restauratori  sono impegnati nella manutenzione periodica delle metope del tempio di Mens Bona.

Dopo il primo intervento di restauro realizzato nel 2020, questi elementi architettonici, esposti nel giardino del Museo, sono periodicamente monitorati per preservarne lo stato di conservazione. Esperti al lavoro per rimuovere le patine biologiche ed altre piccole piante che rovinano la pietra.

Il Parco archeologico di Paestum e Velia è pronto ad offrire ai visitatori i reperti restituiti al loro antico splendore.

"Gli elementi in pietra locale (travertino), oggetto del lavoro di restauro e valorizzazione, decoravano in origine la parte alta di un edificio sacro, dedicato alla divinità dal nome Mens Bona (“la mente buona”, “il buon ricordo”), costruito nei primi decenni del II secolo a.C. nell’area del foro, in seguito alla conquista della città di Paestum da parte dei Romani. Di questo tempio è ancora visibile, nell’area archeologica, l’alto podio - spiega la direzione del Parco nella descrizione tecnica delle attività in corso -. L’operazione fondamentale consiste nella pulitura controllata delle superfici lapidee che consiste in: eliminazione meccanica con l’utilizzo di piccoli attrezzi dei depositi coerenti ed incoerenti e rimozione meccanica di vegetazione infestante e muschi. Nei casi di presenza di fenomeni di disgregazione, distacco e mancanza verranno effettuati interventi di consolidamento con applicazione di prodotto riaggregante, riadesione delle porzioni distaccate o pericolanti con collanti adeguati e, infine, integrazioni materiche con stuccature e microstuccature per impedire la prosecuzione dei fenomeni di degrado".

E’ prevista la realizzazione di una nuova struttura in acciaio, posizionata nel piazzale laterale del museo, atta ad esporre le metope oggetto di restauro e creare una sorta di invito ad accedere al giardino del Museo. Infine, verrà creata apposita struttura di sostegno per un pannello didattico esplicativo, al fine di far comprendere ai visitatori la storia, la provenienza e la collocazione architettonica delle metope.