Baselice

La Banca di Credito Cooperativo di San Marco dei Cavoti e del Sannio Calvi, dallo scorso 17 gennaio attua una chiusura parziale della sua filiale di Baselice.
I fatti:
qualche giorno prima di Natale ed in piena pandemia da Covid 19, è stato affisso, presso detta filiale, un semplice “avviso” con il quale la Direzione comunicava i nuovi orari che prevedono l’apertura nei soli giorni di martedì e giovedì con la conseguente chiusura nel resto della settimana.
La decisione ed il carattere di “urgenza” della medesima (senza neanche 30 giorni di preavviso) ha colto di sorpresa i tanti clienti e le centinaia di soci che non erano mai stati portati a conoscenza di eventuali difficoltà e/o criticità di questo Istituto di Credito. Dopo i primi giorni di chiusura ed i prevedibili disagi per agricoltori, piccoli imprenditori, artigiani, pensionati, ecc., ha preso avvio una raccolta di firma tra le centinaia di cittadini interessati che vogliono chiedere l’intervento delle Istituzioni ad ogni livello per ritornare ad avere la filiale aperta per l’intera settimana così da poter fruire regolarmente dei relativi servizi essenziali.
Questa situazione ha spinto i consiglieri comunali Maddalena, Colucci e Cormano a chiedere la convocazione di un consiglio comunale. Da subito un gruppo di numerosi soci di Baselice aveva scritto ai vertici della Banca chiedendo di sospendere e revocare la decisione e di indire una riunione pubblica alla presenza dei soci degli altri Comuni evidenziando il carattere cooperativo di tale Banca che non persegue scopo di lucro e che ha anzi come suo obiettivo quello di ridurre le disuguaglianze sociali e di reddito tra i cittadini dove opera, tanto che la Carta dei Valori, il documento che esprime i valori sui quali si fonda l’azione delle Banche di Credito Cooperativo, sancisce la centralità e l’importanza dei soci oltre che il ruolo essenziale di promozione per la crescita e lo sviluppo sociale ed economico delle realtà locali, ovvero quello che differenzia tale tipologia di banca, che si definiscono “banca del territorio”, da tutte le altre.
Nella predetta richiesta dei consiglieri comunali si legge che la filiale di Baselice, aperta nel 1991, è la terza nella storia dall’allora Cassa Rurale ed Artigiana di San Marco dei Cavoti che oggi è diventata l’unica BCC con sede legale ed amministrativa nella provincia di Benevento con dieci filiali e che negli ultimi anni ha presentato i bilanci con utili rilevanti.
La popolazione, in gran parte, ha considerato questa decisione come un segnale di regresso dell’intero Fortore sotto il profilo socio-economico, in un’area già soggetta ad elevato spopolamento e con strade di collegamento disagevoli che hanno lunghi tempi di percorrenza come a tutti noto nella provincia sannita.
Il forte stupore dei baselicesi deriva, poi, dal fatto che una decisione così penalizzante per il proprio paese sia stata presa non da una multinazionale ma bensì da un istituto che ha i propri dirigenti nel vicino Comune di San Marco dei Cavoti. Molti cittadini hanno il timore che la filiale di Baselice possa, in seguito, essere chiusa definitivamente come già avvenuto, per decisione della stessa BCC, per la filiale di Pesco Sannita che è stata soppressa qualche mese fa e nel contempo è avvenuta anche la chiusura parziale per due giorni a settimana della filiale di Colle Sannita, sempre dal 17 gennaio 2022.
Nella citata richiesta per un consiglio comunale si fa riferimento alla recente iniziativa dell’Arcivescovo Mons. Felice Accrocca che ha organizzato proprio a Benevento un incontro tra tutti i vescovi delle aree interne d’Italia (in tale occasione ha ricevuto anche il messaggio di Papa Francesco) nel quale si è discusso delle “aree interne” del Paese, che sempre più si trovano a fare i conti con l’emarginazione, lo spopolamento e la crisi economica. Inoltre si evidenzia che la decisione della BCC di San Marco dei Cavoti e del Sannio Calvi sembra andare in senso contrario rispetto agli interventi ed a quanto programmato dalle Istituzioni nazionali, regionali, provinciali e locali per combattere lo spopolamento e favorire lo sviluppo, anche mediante il PNRR, proprio in questi paesi montani. Si apprende che alcuni clienti avrebbero ipotizzato anche una manifestazione pubblica da tenersi dinanzi alla sede centrale della Banca in segno di protesta, sempre nel rispetto delle normative.
Probabilmente seguiranno ulteriori iniziative da parte dei soci che pare abbiano anche individuato profili che possano interessare l’intero comparto del credito cooperativo e non è da escludersi che una questione locale possa presto assumere rilevanza nazionale.