Era nelle calde serate d'estate, quando un buon bicchiere di vino rinfrancava dal lavoro non semplice, che regalava i suoi sorrisi schietti, aperti, sinceri. Alla sua tavola accoglieva chiunque. Con lo stesso affetto. Al massimo, una garbata curiosità. Mai un gesto fuori posto. Mai una risposta dai toni sbagliati. Mai un lamento per le cose fatte. Mai un passo indietro rispetto alle altre, pesanti, da fare. Mai visto un marito tanto devoto. Un uomo raro, portatore sano di quella sacra luce che cade su famiglie fortunate.
Emilio Preziosi è riuscito ad andarsene in punta di piedi. Ha chiuso da solo la porta. Accompagnandola piano piano, senza dare troppo distrurbo. Nella amatissima Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli, a Bellizzi, l'ultima carezza.
A lui, che non alzava il bicchiere se non lo guardavi dritto negli occhi, un tenero saluto con l'augurio dei giorni più sereni:
“Aiza, aiza aiza,
acala, acala,acala,
accosta, accosta, accosta
'stu bbrinnisi â saluta nosta”.
Buon viaggio, masto Emilio, gigante di umanità.