Benevento

E' slittata al 5 aprile, dopo l'intervento dell'avvocato Luca Cavuoto – oggi ha discusso l'avvocato Roberto Prozzo (per Vitale), che ha sottolineato l'insussistenza delle accuse –, la sentenza del Tribunale per i quattro sindaci fortorini all'epoca dei fatti – vanno fino all'ottobre del 2015 - che nel 2020 erano stati rinviati a giudizio per disastro colposo e omissione in atti di ufficio.

Il pm Giulio Barbato ne ha chiesto la condanna alle seguenti pene: 2 anni e 7 mesi per Olindo Vitale (Montefalcone), 2 anni per Zaccaria Spina (Ginestra degli Schiavoni), 1 anno e 7 mesi per Luigi Paragone (San Giorgio La Molara), 1 anno, e non per omissione, per Assunta Gizzi (Montefalcone). Per dieci cittadini di San Giorgio La Molara e Ginestra, che si sono costituti parti civili, l'avvocato Fabrizio Crisci.

Secondo gli inquirenti, i sindaci non avrebbero adottato gli interventi “di somma urgenza”, per rimuovere lo “stato di pregiudizio alla pubblica incolumità”, necessari per la sistemazione idraulica dell'alveo del torrente La Ginestra, nel quale sarebbe stata consentita la realizzazione di opere – una strada - che avrebbero impedito il regolare deflusso delle acque. Tutto ciò avrebbe causato nei territori di competenza eventi franosi dal 2006 fino all'alluvione dell'ottobre 2015, “con conseguente isolamento dell'abitato, dei terreni limitrofi e delle aziende agricole”.