AGGIORNAMENTO ORE 18.37
Torna in libertà Pellegrino Sellitto, in carcere da due settimane. Accogliendo il ricorso della difesa, il Riesame ha infatti annnullato l'ordinanza di custodia cautelare a suo carico.
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La difesa ha chiesto l'annullamento dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere per l'insussistenza del quadro indiziario, ora la palla è passata al Riesame, chiamato a decidere su Pellegrino Sellitto (avvocati Angelo Leone e Stefanina Palo, sostituita dal collega Pierluigi Pugliese), 55 anni, di Montesarchio, titolare di un supermercato e di un negozio di ortofrutta nella cittadina caudina, arrestato dai carabinieri, nella notte tra il 13 ed il 14 gennaio, per duplice tentato omicidio aggravato e porto illegale di arma comune da sparo.
Le ipotesi di reato, come si ricorderà, gli erano state contestate per l'episodio accaduto alla frazione Cirignano nel pomeriggio del 13 gennaio, quando due persone erano rimaste ferite dai colpi di pistola esplosi da Sellitto.
Comparso dinanzi al gip Loredana Camerlengo, il 55enne aveva affermato di aver fatto fuoco per paura, per sottrarsi ad una (presunta ndr) aggressione con mazze e spranghe ai suoi danni e del figlio. Punto di partenza della sua ricostruzione, l'aggressione della quale sarebbe rimasto vittima il figlio, a quanto pare per contrasti con una ditta concorrente su chi dovesse caricare per prima le mele.
A distanza di una decina di minuti, e dopo aver visto arrivare più persone munite di mazze e spranghe, lui – questa la sua versione- avrebbe prelevato dall'abitazione la pistola 9x21 che deteneva legalmente e l'avrebbe portata all'esterno, nel piazzale del deposito. Qui, avrebbe inizialmente sparato in aria, poi, cadendo all'indietro mentre lo riempivano di botte, avrebbe esploso dei colpi, senza rendersi conto che avessero causato due feriti: C.L., 46 anni – di Montesarchio- e un suo dipendente, S.B., 56 anni, di Somma Vesuviana, autista della ditta di cui è proprietario. Il primo, centrato alle gambe, era stato giudicabile guaribile in 10 giorni, mentre per l'altro, raggiunto all'altezza di una scapola, i medici dell'ospedale San Pio si erano riservati la prognosi.
Un quadro, quello descritto dall'indagato, al quale, nel computo delle parti offese – sono rappresentate dagli avvocati Vittorio Fucci e Massimiliano Cornacchione – va aggiunto anche A:L, fratello di C.L., coinvolto nello 'scontro iniziale, che sarebbe riuscito a fuggire e ad evitare i colpi che sarebbero stati sparati al suo indirizzo.