Un corteo silenzioso, la corona fatta pervenire dal capo della polizia, il dolore dei familiari che niente e nessuno potrà mai alleviare. Ariano non dimentica la tragica morte di Angelo Grasso.
A rappresentare il vice questore Maria Felicia Salerno, il sostituto commissario Michele De Lillo insieme al presidente dell'associazione nazionale polizia di stato Angelo Perrone: "Ricordiamo un nostro collega, un poliziotto come noi. Sono passati 34 anni dalla sua scomparsa ma rimane sempre vivo in tutti noi, il ricordo del suo sacrificio soprattutto per noi che facciamo il suo stesso mestiere. Lui ci ricorda sempre - ha affermato De Lillo, rivolgendosi ai familiari - l'onere e l'onore di essere al servizio del cittadino per la difesa della legalità. Ricordando la tragica morte di Angelo, non possiamo non pensare a ciò che è successo sabato scorso a Taranto e a ciò che hanno subito i colleghi di una volante."
Era il 23 gennaio 1988 quando una mano assassina, fece fuoco contro il giovane poliziotto arianese, uccidendolo a Roma, sull’Appia antica, sotto gli occhi della fidanzata, durante una rapina compiuta ai suoi danni.
Angelo, libero dal servizio, si era appartato con la sua fidanzata. Ad un tratto quell’incontro era stato interrotto dall’arrivo di due giovani con il volto coperto da passamontagna. Alla vista dei malviventi l’agente Grasso non era rimasto impassibile, non poteva. Non era un giovane qualunque, era un poliziotto, doveva opporsi ai suoi rapinatori con tutte le sue forze. E al rifiuto di consegnare quei soldi e gioielli, i due delinquenti avevano fatto fuoco contro l’auto di Angelo, una Fiat Ritmo, che il giovane aveva da poco acquistato. Anche Grasso, estratta la pistola, aveva sparato. Ma i proiettili dei due rapinatori lo avevano già ferito mortalmente.
Terrorizzata, la fidanzata, resasi conto della gravità della situazione, era riuscita a spostare il corpo già senza vita di Angelo, sul sedile accanto, guidando per oltre tre chilometri fino a raggiungere il più vicino ospedale. Tutto si era rivelato purtroppo inutile.
Immediate le indagini. Il fratello Ottone, in servizio nell’arma dei carabinieri, aveva giurato vendetta. A distanza di nove mesi dal delitto erano stati arrestati dalla squadra mobile due giovani tossicodipendenti di 23 e 24 anni, ritenuti colpevoli dell’omicidio.
Così il sindaco Enrico Franza presente alla commemorazione insieme alla polizia municipale: "Commemoriamo un grande nostro concittadino. E non è solo un ricordo post mortem. Lo ricorderemo sempre per il grande gesto eroico che commise 34 anni fa. Non è un caso se questa giornata coincide con l'elezione del presidente della repubblica. Il destino ha voluto che i grandi uomini di stato, delle istituzioni, della nostra patria, fossero ricordati attraverso questi giorni commemorativi che ritengo, non debbano rimanere soltanto una pura commemorazione, ma spingere tutti noi a ricordarlo nel migliore dei modi, attraverso i comportamenti, gli atti quotidiani, che vanno sempre perpetrati al servizio della comunità, del nostro paese, della sicurezza. Credo sia questo il miglior modo per onorare la memoria di questo grande uomo."