Sant'Angelo a Cupolo

Dopo il successo raccolto nelle sue tappe cittadine Riverberi 2015 si prepara alla seconda fase. Il festival jazz ideato e diretto da Luca Aquino ed eventi con le previste date in provincia, tutte rigorosamente ad ingresso gratuito. 
Domani sera in località Pastene, frazione di Sant'Angelo a Cupolo, toccherà alla bellissima Kelly Joyce deliziare la platea con la sua performance live "Jazz Mon Amour", il suo ultimo lavoro acustico dedicato all'Africa con l'obiettivo di riscoprire melodie e suoni della sua terra d'origine.
Sabato 1 agosto invece sarà la volta della violoncellista irlandese Naomi Berrill col suo progetto musicale “From The Ground”, in cartellone a San Salvatore Telesino.

E la voce di  Kelly Joyce incontrerà il sax di Vincenzo Saetta. L'artista  ha terminato circa due anni e mezzo fa il suo ultimo lavoro Jazz acustico dedicato all’Africa “Jazz Mon Amour” (pour l’Afrique) realizzato in presa diretta ed arrangiato dal pianista Teo Ciavarella e contenente i brani più famosi rivisitati in chiave acustica con sonorità e richiami africani. 
Messi in parte alle spalle i suoi trascorsi pop, Kelly Joyce è tornata in Africa per riscoprire i suoni della sua terra d'origine e un mai dimenticato amore per la musica jazz. Il risultato è un album che, aldilà della tracklist un po' obbligata che muove i suoi passi dalle hit più note della cantante franco-italo-senegalese - Vivre La Vie, Rendez Vous, Avec L'Amour, Chocolat - sorprende positivamente per la cura degli arrangiamenti e l'ottimo risultato d'insieme reso da una formazione di musicisti esperti che vede Massimo Moriconi al contrabbasso, Massimo Manzi alla batteria, un superlativo Teo Ciavarella al piano e agli arrangiamenti e la partecipazione di alcune guest star (che ovviamente non saranno a Sant’Angelo a Cupolo) come Fabrizio Bosso, Javier Girotto e Roberto Ciotti. In scaletta spazio anche a grandi classici del jazz come Summertime, Sitting On the Dock Of the Bay di Otis Redding – nella quale la nostra riesce a mantenere un elevato e mai forzato livello d'intensità - e il capolavoro di Jerome Kern All the Things You Are. Standard che potrebbero intimorire chiunque si avvicini per la prima volta al genere e che qui vengono affrontati con sicurezza ed eleganza. La voce della Joyce, sublime e immaginifica soprattutto nei momenti più lenti del disco, unitamente a momenti di forte passionalità, calore ed evocatività.

redazione