Salerno

«Non si può preparare una partita così. Che gusto c’è a vedere una partita del genere? Non riesco a capire bene questi regolamenti, seppur rispettando chi decide. Non vale solo per la Salernitana ma per tutti». Così Stefano Colantuono ha commentato ai microfoni di DAZN la sfida persa 3-0 dalla Salernitana contro la Lazio ma che è stata fortemente condizionata dal Covid. «Forse anche al completo la bilancia sarebbe stata a favore della Lazio ma con una partita completamente diversa. Dopo gli infortuni e il successo di Verona, di quella partita ne mancanavano sette. Mi devono spiegare come mai si gioca con un protocollo che poi cambia lunedì? Si ragiona sulla giornata o sui giorni della settimana? Non voglio fare polemiche, ma noi volevamo restare aggrappati alla classifica e volevamo giocarcela. Non c’è rispetto per il sistema né per i tifosi che sono arrivati. Sono arrabbiato per tutto questo, non per la partita. Eravamo ridotti all’osso, una sfida impari facendo giocare ragazzi fermi da settimane per il Covid oltre ai tanti i giovani della Primavera. Non capisco però mi adeguo».

Nonostante tutto il tecnico prova a guardare al futuro: “Qui mi è successo di tutto e di più. Mi era stato chiesto di rimanere aggrappato al treno salvezza e ci siamo riusciti, nonostante un calendario difficile e quasi impossibile. Eppure, nei cinque scontri diretti, abbiamo portato 7 punti. I ragazzi sono stati encombiabili, abbiamo due partite ancora da recuperare e dopo Napoli, con Genoa e Spezia dobbiamo giocarci le nostre chance. La squadra va puntellata, anche alla luce di cosa è successo. Ho visto calciatori come Ruggeri e Mamadou Coulibaly per la prima volta. C’è bisogno di dare respiro ed energia a chi ha tirato la carretta».

La speranza potrebbe essere racchiusa anche nella nuova proprietà: «Ho avuto un incontro con il nuovo presidente, ci ha dato un saluto. Ha grande entusiasmo, ha progetti interessanti che vanno a rinforzare tutto. Le sensazioni sono ottime, poi valuteremo con calma il nostro percorso. Dobbiamo tirare il massimo».