Avellino

“Speriamo che tra 15 giorni questa sentenza sia di buon auspicio anche per noi”. Sono le parole di Carlo Sessa, ex operaio Isochimica di Avellino, voce e anima del movimento di lotta che da 40 anni sta cercando di ottenere giustizia per i tanti che si sono ammalati per l'esposizione all'amianto nella fabbrica di Borgo Ferrovia. Carlo è pieno di speranza ma la fiducia, quella nella giustizia e nelle istituzioni, è stata messa a dura prova in questi ultimi anni.

La sentenza a cui si riferisce l'ex operaio irpino, anche lui malato da tempo, è quella che arriva dal Tribunale di Torre Annunziata che ha condannato, in solido tra di loro, Fincantieri e Sait spa, al risarcimento del danno per un milione di euro per il decesso dell'operaio Angelo T. avvenuto, per mesotelioma da esposizione alle fibre di amianto, il 5 marzo 2016 dopo grandi sofferenze. La sentenza di Torre arriva alla vigilia dell'ultimo atto del processo Isochimica.

La sentenza è attesa per il 28 gennaio al Tribunale di Napoli. Un anno fa le richieste di condanna nell’aula bunker di Poggioreale, per 27 imputati. Diverse le accuse a loro carico: omicidio colposo plurimo, disastro ambientale continuato, lesioni dolose e omissioni in atti di ufficio. In quella occasione il Pubblico Ministero Roberto Patscot aveva formulato una lunga requisitoria per dare giustizia alle oltre 30 vittime dell'amianto. “L'elenco dei morti nel frattempo si è allungato e sono tanti gli amici che non potranno assistere a questo giorno – dice ancora Carlo Sessa – Ma chissà se non è un bene – aggiunge – perché abbiamo la sensazione che per noi dell'Isochimica non ci sarà giustizia. Parliamo di reati già prescritti per la legge: questo processo è nato male, e si è già allungato troppo. Doveva iniziare nel 2009 non nel 2013. Ma adesso siamo alla fine, e nessuno andrà in galera per quello che ha fatto. Possiamo solo sperare in un parziale risarcimento, poi in sede civile. Ma sarà necessario che la politica e le istituzioni ci siano vicine stavolta sul serio, altrimenti sarà stato tutto inutile”.

Il 28 gennaio gli operai dell'Isochimica attenderanno insieme ai familiari il pronunciamento dei giudici davanti alla lapide eretta in memoria delle vittime dell'amianto, dinanzi ai cancelli della fabbrica di Borgo Ferrovia.