Salerno

E’ ufficialmente iniziata “l’era Iervolino” per la Salernitana. Alle 13 di oggi, dopo la firma nello studio di Scafati del notaio Francesco Coppa, si è concluso il trasferimento delle quote. Il nuovo presidente del club granata si presenta ora alla città in una conferenza stampa. 

Il primo collegamento con il primo cittadino, isolato a causa della sua positività al Covid: 

"Avrei voluto essere lì. Un saluto al presidente Iervolino, al suo staff, ai giornalisti e ai tanti tifosi che guardano alla Salernitana come un riconoscimento, un qualcosa che va oltre l'aspetto sportivo. Iervolino è un imprenditore giovane e dinamiche che servirà non solo alla Salernitana, ma al mondo del calcio tutto. Il suo ingresso darà una nuova spinta e una nuova speranza di procedure corrette e di trasparenza. Come amministrazione noi abbiamo fatto quanto di nostra competenza per sistemare lo stadio. Ora noi chiediamo alla nuova dirigenza che i tanti città e la città possano avere le soddisfazioni che meritano. Nuovi successi."

La parola è poi passata al presidente Danilo Iervolino. 

"Sono giovane, ma nella vita ho fatto tante cose, ma dal primo gennaio tutto è stato cancellato per la grande risonanza mediatica che ha avuto il mio arrivo. Io ho un progetto di cambiamento. Mi piacciono le sfide. Con l'università ci sono riusciuto, spero di riuscirci anche nel calcio. La squadra dovrà essere un hub di trasferimento di valori giusti, un link con scuole e famiglie. Vogliamo creare una squadre che abbia delle grandi professionalità, una squadra osmotica con il territorio, legata alle attenzioni. C'è la volontà di creare qualcosa che possa rimanere alla città e di cui andare fiero. Creare un qualcosa di totale discontinuità, ma è sotto gli occhi di tutti che l'ex proprietà, al direttore Fabiani hanno fatto un ottimo lavoro, ma bisogna creare quella trasparenza che una squadra deve avere nei confronti dei tifosi". 

Ringrazio il dottor Fabiani, mi sono complimentato con lui. Ma l'ho anche rimproverato dell'esser stato poco attento nel creare un rapporto. E' sotto gli occhi di tutti che vi è un distaccamento tra management e tifoseria. Ma la Salernitana ha un orgoglio, una dignità. Fino all'ultimo giorno in cui poteva essere esclusa è stata a testa alta. Ci saranno rivoluzioni, e proviamo a rimanere in serie A.

A Verona è successo una cosa incredibile. Questa è una squadra orgogliosa. Noi stiamo preparando una strategia con un direttore sportivo Sabatini, di grande esperienza. A cui verrà affidato totalmente il dominio del settore. 

Punteremo sugli uomini a cui daremo delega del fare, e dopo un periodo di tempo andremo a valutare. A tutti però chiedo un po' di pazienza e comprensione. Sono nuovo, ho le migliori intenzioni per questo percorso che sono convinto sarà entusiasmante, ma potrà portare inevitabilmente a qualche "incidente di percorso". Il progetto prende forma, e io sono un ottimista. Trasferiamo energia alla squadra.

 Sabatini è un vincente. Inizialmente lui non sapeva quale fosse la mia visione e io non sapevo cosa aspettarmi. Ma lui alle idee chiare ci crede. Dal canto suo ho sentito parole "al miele" su questo nuovo progetto del calcio. Ci siamo subito piaciuti. Manca poco alla sua firma.

Nei primi 10 giorni cosa realizzare? 

- Non ne abbiamo ancora parlato. Non ne abbiamo avuto il tempo, gli ultimi giorni sono stati una corsa. Il dottor Sabatini ci ha però rincuorato. Tra qualche giorni avremo maggiori informazioni. 

Che messaggio rivolgere ai tifosi in questo giorni importante?

- Il nostro è un progetto di discontinuità in senso di strategia, non sulle persone. I tifosi hanno bisogno di credere in qualcosa, il calcio è uno spettacolo ma che entra anche nelle famiglie. Non può essere vista come un'industria asettica perchè le gente, poi, non la segue più. Io cercherò di fare cose di cui andare fieri.

Il marchio "Iervolino", un vulcano di idee, tra queste quella di provare a mantenere la categoria. Si definisce neofita del calcio ma ha già ottimi contatti, che forza intende scatenare per mantenere la serie A?

- Sono un grande investitore e se c'è da fare qualche investimento lo faremo. Non sono venuto per la ribalta sterile. Cercheremo anche di dosare una comunicazione che sia limpida e veritiera

E’ ufficialmente iniziata “l’era Iervolino” per la Salernitana. Alle 13 di oggi, dopo la firma nello studio di Scafati del notaio Francesco Coppa, si è concluso il trasferimento delle quote. Il nuovo presidente del club granata si presenta ora alla città in una conferenza stampa. 

Il primo collegamento con il primo cittadino, isolato a causa della sua positività al Covid: 

"Avrei voluto essere lì di persona. Un saluto al presidente Iervolino, al suo staff, ai giornalisti e ai tanti tifosi che guardano alla Salernitana come un riconoscimento, un qualcosa che va oltre l'aspetto sportivo. Iervolino è un imprenditore giovane e dinamiche che servirà non solo alla Salernitana, ma al mondo del calcio tutto. Il suo ingresso darà una nuova spinta e una nuova speranza di procedure corrette e di trasparenza. Come amministrazione noi abbiamo fatto quanto di nostra competenza per sistemare lo stadio. Ora noi chiediamo alla nuova dirigenza che i tanti città e la città possano avere le soddisfazioni che meritano. Nuovi successi."

La parola è poi passata al presidente Danilo Iervolino. 

"Sono giovane, ma nella vita ho fatto tante cose, ma dal primo gennaio tutto è stato cancellato per la grande risonanza mediatica che ha avuto il mio arrivo. Io ho un progetto di cambiamento. Mi piacciono le sfide. Con l'università ci sono riusciuto, spero di riuscirci anche nel calcio. La squadra dovrà essere un hub di trasferimento di valori giusti, un link con scuole e famiglie. Vogliamo creare una squadre che abbia delle grandi professionalità, una squadra osmotica con il territorio, legata alle attenzioni. C'è la volontà di creare qualcosa che possa rimanere alla città e di cui andare fiero. Creare un qualcosa di totale discontinuità, ma è sotto gli occhi di tutti che l'ex proprietà, al direttore Fabiani hanno fatto un ottimo lavoro, ma bisogna creare quella trasparenza che una squadra deve avere nei confronti dei tifosi". 

Ringrazio il dottor Fabiani, mi sono complimentato con lui. Ma l'ho anche rimproverato dell'esser stato poco attento nel creare un rapporto. E' sotto gli occhi di tutti che vi è un distaccamento tra management e tifoseria. Ma la Salernitana ha un orgoglio, una dignità. Fino all'ultimo giorno in cui poteva essere esclusa è stata a testa alta. Ci saranno rivoluzioni, e proviamo a rimanere in serie A.

A Verona è successo una cosa incredibile. Questa è una squadra orgogliosa. Noi stiamo preparando una strategia con un direttore sportivo Sabatini, di grande esperienza. A cui verrà affidato totalmente il dominio del settore. 

Punteremo sugli uomini a cui daremo delega del fare, e dopo un periodo di tempo andremo a valutare. A tutti però chiedo un po' di pazienza e comprensione. Sono nuovo, ho le migliori intenzioni per questo percorso che sono convinto sarà entusiasmante, ma potrà portare inevitabilmente a qualche "incidente di percorso". Il progetto prende forma, e io sono un ottimista. Trasferiamo energia alla squadra.

 Sabatini è un vincente. Inizialmente lui non sapeva quale fosse la mia visione e io non sapevo cosa aspettarmi. Ma lui alle idee chiare ci crede. Dal canto suo ho sentito parole "al miele" su questo nuovo progetto del calcio. Ci siamo subito piaciuti. Manca poco alla sua firma.

Nei primi 10 giorni cosa realizzare? 

- Non ne abbiamo ancora parlato. Non ne abbiamo avuto il tempo, gli ultimi giorni sono stati una corsa. Il dottor Sabatini ci ha però rincuorato. Tra qualche giorni avremo maggiori informazioni. 

Che messaggio rivolgere ai tifosi in questo giorni importante?

- Il nostro è un progetto di discontinuità in senso di strategia, non sulle persone. I tifosi hanno bisogno di credere in qualcosa, il calcio è uno spettacolo ma che entra anche nelle famiglie. Non può essere vista come un'industria asettica perchè le gente, poi, non la segue più. Io cercherò di fare cose di cui andare fieri.

Il marchio "Iervolino", un vulcano di idee, tra queste quella di provare a mantenere la categoria. Si definisce neofita del calcio ma ha già ottimi contatti, che forza intende scatenare per mantenere la serie A?

- Sono un grande investitore e se c'è da fare qualche investimento lo faremo. Non sono venuto per la ribalta sterile. Cercheremo anche di dosare una comunicazione che sia limpida e veritiera. 

Un progetto a medio lungo termine e un instant team. Come riuscire a coniugare questi due aspetti? Si è parlato anche molto del marchio Pegaso, sul marchio Salernitana invece qual è lo stato dell'arte?

- Il progetto riguarda la trasformazione e la construzione della squadra che abbia degli asset tangibili, che strizza l'occhio alla rivoluzione digitale, l'instant team invece sono i giocatori. Vogliano dei giocatori che non vengano per soldi ma che arrivino per fare la storia. Il marchio rientra nella vendita. 

Questione caro biglietti. 

- Cercherò di essere attento e di guardare tutte le cose. Ma ad oggi queste questioni non sono ancora entrate nel mio campo visivo, ma sono tra le mie priorità. Noi vogliamo portare ragazzi e famiglie allo stadio, questo messaggio sottintende un'attenzione particolare anche alla questione biglietteria. 

Il settore giovanile è stato negli ultimi anni tracurato, lei che idea ha per "l'università salernitana"?

- Qui non ci sono speranze, ma solo certezze. C'è la certezza di investire sui giovani. 

Tempistiche contratto di Sabatini ?

- Faremo due tipologie di contratto. Uno reale e un gentlemen agreement. Lui vuole lottare ed essere un guerriero per lottare per la serie A, ma la serie B e Sabatini sono due categorie diverse. Ci rimanderemo a fine stagioni. Noi ci metteremo tutta la professionalità, ma dobbiamo attendere i risultati calcistici. 

Sono una persona che entra in punta di piedi e cercherò di farmi conoscere. Ma sono anche un rivoluzionario e un combattente. Io voglio cambiare questo settore rigido e refrattario a ogni tipo di innovazione. Dobbiamo ripensare a come fare azienda del calcio. Non ho una ricetta, e non voglio dire che la mia visione sia la migliore, mi aspetto che ci sia però voglia di ascoltare. Il calcio ha bisogno di rigenerarsi. 

La Salernitana potrebbe avere uno stadio di proprietà? I tifosi adesso stanno sognando, possiamo aspettarci un colpo di scena nel mercato?

- L'effetto wow piace anche a me. Dobbiamo capire dove puntare sulle infrastrutture, sui calciatori ne parliamo con Sabatini. C'è bisogno di energia, di gambe, cuore ed esperienza. 

C'è già stato un incontro con la squadra? Lo stadio Arechi, per lei, è sicuro e quanto è già "casa" della Salernitana?

- La squadra mi è sembrata di qualità, a Verona non si è vinto "per caso". Il successo deriva da una squadra che non è ultima per organico ma perchè andava motivata. La squadra ha delle potenzialità, ma va rinforzata. L'Arechi è per me uno stadio mitologico. L'ultima partita l'ho vista però qualche anno fa, devo ora tornarci con l'occhio da presidente. E sulle richieste dei tifosi: ci sarà uno sportello di ascolto per il pubblico e la città. Ci sarà qualcuno che filtrerà le richieste e le porterà alla mia attenzione. 

Dopo Verona è venuta fuori una passione che sembra esser già stata trasmessa alla sua famiglia. 

- Io sono un tifoso del Napoli, perchè negarlo. Ma in primis voglio che la Salernitana si salvi. Vengo da Palma Campania, una città più vicino a Salerno che a Napoli. La mia prima azienda, Pegaso, è stata fondata a Salerno. Da giovane, uscivo più a Salerno che a Napoli. Sono nato e cresciuto con il mito di Maradona, ma non ho mai nascosto l'amore per la Salernitana. Quello che vorrei trasferire è che il calcio è passione, e io mi sono rinnamorato. 

E' consapevole di tutte le aspettative che ha creato? Ha intenzione di avvalersi di qualche socio?

- C'è grande entusiasmo e sono felice. Da parte mia grande assunzione di reponsabilità. Spero che tutto ciò che ho detto possa portarlo a terminre. In questa avventura sono solo e per ora non penso neanche lontanamente all'apertura del capitale. Se un giorno lo farò sarà esclusivamente per il bene della Salernitana. 

Che rapporto con i politici intende creare? 

- Penso che Salerno abbia espresso dei campioni della politica, e mi riferisco anche alla famiglia De Luca. Ma il calcio non è politica. Qui c'è un fare imprenditoriale che non chiede e non vuole nulla e non sarà mai asservito alla politica. Avevo promesso a mia moglie di non investire mai nel calcio e lo scorso novembre non ero affatto interessato. Poi dopo sono stato sensibilizzato. Stava per scadere il tempo e io da questa città avevo avuto tanto. 

Tra tre anni dove si vede?

- Calcisticamente, per me in alto. La storia dice che siamo andati in A per tre volte e che anche una Serie B buona si può fare. Ma per i progetti che sto creando, per gli uomini che sto coinvolgendo, siccome penso che la Serie A è secondo me cucita addosso alla Salernitana, spero che tra tre anni riusciremo a presentare belle cose.

Ha in mente anche una rivoluzione nell'area marketing?

- Sul marketing ci sarà una rivoluzione. Abbiamo tante idee, il marchio è stato poco sfruttato e ha creato poco dal punto di vista iconico e della valorizzazione del brand. Non so cosa vorrei fare in termini di tempo e quanto tempo resterò ma vorrei lasciare il segno. Vorrei che il cinquantesimo presidente della Salernitana fosse ricordato anche dal duecentocinquantesimo per quello che farà. Qualità e non quantità.

E su Ribery

- Io ho un'adorazione per Ribery, certo non è il futuro della Salernitana, ma un giocatore fondamentale su cui puntare per questa stagione e forse per il prossimo anno. Incide, ci darà una mano e quando fa la giocata può fare la differenza. Io, però, non interferitò mai con gli aspetti tecnici.