Avellino

Fari puntati sull'attacco per quanto riguarda le operazioni in entrata, ma uno degli autentici rebus per l'Avellino è rappresentato dal centrocampo. Complice la scelta del 3-4-3 come modulo di riferimento per la seconda parte della stagione, ci sono 6 calciatori per 2 maglie. Braglia ha plasmato una squadra che può cambiare sistema di gioco senza eccessive difficoltà, dall'inizio o a gara in corso, ma quella della versatilità tattica rappresenta pure un'arma a doppio taglio. L'Avellino avrebbe, infatti, dovuto giocare prevalentemente a 3 e la rosa è stata, di conseguenza, infarcita di mezzali. Con l'andare del campionato il tecnico ha, però, in seguito a legittime valutazioni, preferito moduli a due in mezzo (il 4-2-3-1 e, per l'appunto, il 3-4-3) creando un'oggettiva sovrabbondanza, in termini numerici, nel settore nevralgico. Ma non è finita qui.

E sì perché il resto lo ha fatto la caoticità delle dinamiche che si è innescata tra mancati rinnovi, flop e mal di pancia. Matera, da eterno comprimario è diventato l'unico vero calciatore inamovibile nel settore nevralgico mentre andava è andata ingenerandosi una situazione paradossale: D'Angelo e Carriero, i top-player del reparto, non sono del tutto a proprio agio da interni. Il primo è in scadenza di contratto e al 12 gennaio non c'è ancora un punto di incontro sul prolungamento del vincolo in essere. Il secondo ha manifestato pubblicamente la propria insofferenza per l'essere utilizzato in un centrocampo a 2 piuttosto che a 3; dalla scorsa estate, in seguito a una proposta importante ricevuta dal Modena, chiede un adeguamento del contratto ed è stato bacchettato da Braglia proprio per le dichiarazioni rese nel post-partita a Vibo Valentia.

Si arriva poi a Mastalli, altro potenziale elemento decisivo in categoria (non si vince per caso un campionato di Serie C da capitano, come gli è capitato a Castellammare di Stabia), ma finora oggetto misterioso. Sia perché non adatto a una mediana a due, per caratteristiche, sia perché finito indietro nelle gerarchie, sovente, per valutazioni relative ai centimetri da portare in fase difensiva, in area di rigore, preferendo un centrale e una difesa a 3. Aspetti confermati dallo stesso Braglia davanti a microfoni e taccuini. Il Monopoli lo vorrebbe, ma chiede all'Avellino un aiuto per coprire lo stipendio e non sembra esserci intesa.

De Francesco dovrebbe, nel contempo, restare sino a giugno, quando si svincolerà, concludendo un'esperienza all'ombra del Partenio finora con più bassi che alti, mentre Aloi non sembra intenzionato a prolungare il vincolo in essere e dovrebbe partire: fuori il Pescara, c'è la Virtus Entella sulle sue tracce.

Una gestione non propriamente fluida e lineare, a 360 gradi, mentre sul web cresce la frangia di tifosi che rimpiange l'atavica assenza di un uomo d'ordine, mai più preso in seguito all'addio al vetriolo di Di Paolantonio. Far quadrare il cerchio in attacco è la priorità, ma renderlo tondo a centrocampo sarà ancora più difficile.