La fatica non ha mai fatto paura a Teodorico Caporaso. Il marciatore sannita è famoso per la sua voglia di superare gli ostacoli, anche quelli più duri, proprio come una 50 km di marcia.
Di chilometri ne ha macinati tanti. E’ partito da Benevento per marciare fino ad Europei, Mondiali e soprattutto due Olimpiadi. La prima a Rio de Janeiro nel 2016, la seconda a Tokyo solo sei mesi fa con la marcia azzurra che è tornata addirittura con due medaglie d’oro. Per il sannita è stata una gara complicata con uno stop nel finale. Cinque anni in prima in Brasile era arrivata una squalifica per marcia irregolare, i Giochi per lui sono una sorta di maledizione per cui però vale la pena soffrire. Nell’anno post Olimpico ha dovuto prendere decisioni importanti. Una su tutte: quella di cambiare nuovamente vita dopo aver fissato nuovi obiettivi. L’ha annunciato con parole chiare, come è solito fare l’Ingegnere marciatore. “Il nuovo anno è giunto da qualche giorno e sarà pieno di cambiamenti, questo è chiaro sin dal principio. Un anno in cui dovrò dismettere le vesti da atleta del gruppo sportivo militare dell'Aeronautica, ma dentro di me resterò sempre legato a questa fantastica famiglia, che mi ha accolto, ha rispettato i miei tempi quando ero infortunato ed ha creduto in me e con me all'obiettivo Olimpico”.
Dopo la divisa c’è un laboratorio ad attendere Teo. “Un anno che inizio da Ricercatore universitario (Assistant Professor per gli anglofoni) presso il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell'Università Federico II di Napoli, avendo la possibilità di portare avanti i progetti di ricerca e gli spin off le cui basi sono state poste negli anni precedenti”.
Nuovi obiettivi lavorativi che non mettono da parte lo sport. “Cambiano i titoli, sì, ma resto sempre Teo, il marciatore-ingegnere che quando si mette in testa un obiettivo lavora passo dopo passo per realizzarlo, che si barcamena ogni giorno tra i chilometri da fare, gli articoli da scrivere, le prove in laboratorio ed il tanto odiato potenziamento in palestra”.