Benevento

Ha ordinato al Pm, che aveva chiesto l'archiviazione, l'imputazione coatta di quattro medici del Monaldi, in linea con la sollecitazione della parte offesa, che si era opposta alla scelta della Procura. E' la decisione del gip del Tribunale di Napoli Luca Rossetti nell'inchiesta sulla morte del dottore Annio Majatico, 68 anni, di Benevento, avvenuta il 14 febbraio del 2018 al Rummo, dove era ricoverato da sei giorni dopo essere stato sottoposto ad un'operazione alla prostata, con il robot, nell'ospedale napoletano.

La richiesta di rinvio a giudizio, sulla quale dovrà comunque pronunciarsi il Gup, riguarda i dottori Francesco Uricchio, Gianfranco Di Flumeri, Oreste Varriale e Aldo Maffucci, che dal canto loro ritengono di aver agito correttamente e senza le presunte condotte colpose contestate.

La denuncia dei familiari, rappresentati dagli avvocati Gustavo Pansini e Francesco Formicola, aveva innescato una indagine diretta dal sostituto procuratore Flavia Felaco, che aveva affidato al professore Piero Ricci e ai dottori Ubaldo Prati ed Antonio Perna l'incarico dell'autopsia. Un appuntamento per il quale erano stati 'avvisati', complessivamente, quarantadue sanitari in servizio sia al Rummo, sia al Monaldi.

A distanza di circa un anno il Pm aveva chiesto l'archiviazione delle posizioni dei medici sanniti, mentre le altre erano finite al vaglio della Procura di Napoli, che aveva proposto, sulla scorta delle conclusioni del professore Ricci, che aveva escluso profili di responsabilità, l'archiviazione anche per i quattro dottori del Monaldi. Di diverso avviso il Gip che, come detto, ha stabilito l'imputazione coatta.

Conosciutissimo a Benevento, e non solo per la sua professione, Annio Majatico era un grandissimo appassionato di sport. Presidente della società Accademia Volley, aveva la passione per la politica: per oltre una dozzina d'anni era stato consigliere comunale, ricoprendo anche le cariche di vicesindaco ed assessore all'Urbanistica, e di segretario cittadino dell'Udeur.