Ceppaloni

Ne era stato chiesto il rinvio a giudizio per truffa, ma il gup Maria Di Carlo ha deciso il non doversi procedere nei suoi confronti perchè il fatto non sussiste. E' la sentenza pronunciata per Vincenzo Calabrese, 68 anni, di Ceppaloni, chaimato in causa come comandante della polizia municipale. Difeso dall'avvocato Pierdomenico De Caterina, a Calabrese erano stati contestai quattro episodi a cavallo tra l'ottobre del 2015 e l'aprile del 2018.

Secondo la Procura, che avrebbe voluto spedirlo a processo, avrebbe dichiarato falsamente di aver utlizzato un'auto a lui in uso per sostenere trasferte legate al suo ufficio. Inoltre, avrebbe indicato importi doppi relativi al costo della benzina consumata per i viaggi, ed avrebbe adottato, per il rimborso delle spese sopportate, criteri di calcolo arbitrariamente scelti. In questo modo, sosteneva il Pm, avrebbe indotto in errore il Comune di Ceppaloni, procurandosi “un ingiusto profitto” consistito nell'indebita autoliquidazione delle somme collegate all'uso dei veicoli adoperati per le missioni. Un'accusa dalla quale Calabrese è stato prosciolto perchè il fatto non sussiste.