Un anno difficile, sì, ma che gli industriali sanniti hanno trasformato in un'opportunità. L'opportunità di conoscersi meglio, e di declinare al meglio quella parola messa a caposaldo del proprio mandato dal presidente Oreste Vigorito: insieme. Nell'assemblea di fine anno di Confindustria Benevento, infatti, nella splendida cornice dell'auditorium del seminario arcivescovile, Vigorito ha analizzato gli otto mesi trascorsi alla guida degli industriali sanniti, lodandone lo spirito venuto fuori in un momento di innegabile difficoltà: «Abbiamo una grande responsabilità in questo momento. Certo, questa è un'assemblea di industriali, ma direi che soprattutto è un'assemblea umana: va riconosciuto che in questo periodo prima sono venuti gli uomini e le donne, sono venuti i cittadini di questa provincia, di questa comunità, a cui il virus sta facendo un baffo».
Certo con l'esempio virtuoso dell'hub per le attività produttive di Ponte Valentino, dimostrazione concreta di collaborazione sul territorio. Per il territorio. Come ha spiegato Vigorito: « Stiamo dimostrando che siamo capaci di fronteggiarlo: lo abbiamo dimostrato con un'iniziativa sociale come l'hub delle attività produttive di Ponte Valentino, dove ognuno ha contribuito, rendendolo utile a tutta la comunità». Una capacità di andare oltre le logiche meramente industriali dunque, sposando quelle del territorio: « Io – ha proseguito il numero uno dell'Unione degli Industriali Sanniti - partirei dalla capacità di Confindustria di calarsi nella realtà sociale e umana di una Provincia che per me è il nord del sud, per come affronta i problemi, e sud del nord per le prospettive di sviluppo che ci sono. Quell'hub ha dimostrato quanto Confindustria possa essere utile alla comunità: con quell'hub abbiamo portato qui il presidente nazionale di Confindustria, Bonomi, a dirci che siamo stati bravi. E' stato un riconoscimento per tutti, un riconoscimento che meritavate perché non è facile in un momento di difficoltà pensare agli altri: noi lo abbiamo fatto».
E poi le prospettive, a partire da quel rapporto con la Regione oggi vivo, e su solide basi di serietà: «Ho detto a De Luca che non volevamo manifestazioni e palcoscenici dove lamentare disagi, volevamo solo un po' di attenzione. La famosa finestra - ha ricordato Vigorito - che da Santa Lucia doveva guardare non solo al golfo ma anche alle aree interne. Ebbene da allora con la Regione è cominciato un percorso lento, invisibile forse, ma che posso rassicurare non è rimasto un grido di dolore inascoltato: pian piano si sta costruendo un rapporto sempre più forte, non volto a chiedere favori e favoritismi, ma al riconoscimento di una classe imprenditoriale che veramente ha avuto la capacità di elevarsi da sola, e che neanche il covid è riuscito a distruggere».
E Vigorito ha lodato lo spirito costruttivo della Confindustria che ha avuto appunto la capacità di unirsi attorno alla sua figura, lavorando assieme: «Non sono stato lasciato solo in questi 8 mesi: abbiamo creato partecipazione, arrivando nelle aziende, parlando agli iscritti e ai non iscritti dimostrando che insieme si può fare qualcosa». Un fattore fondamentale, in vista delle nuove sfide e anche delle nuove opportunità che sono all'orizzonte, oltre al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza anche le Zone Economiche Speciali, che con la nomina del commissario diventano non più un eterno discorso aleatorio ma un'opportunità concreta: « Siamo alla vigilia di una nuova rivoluzione: è stato nominato un commissario per le zone zes, e ci sarà un riordino. Gli imprenditori avranno un riequilibrio, ma saremo attenti: affinché non ci siano squilibri. Abbiamo ripristinato il patto territoriale: ci sono fondi a disposizione e abbiamo invitato gli iscrtti a presentare progetti per vedere partecipazione pubblica e privata. Un plauso fa fatto alla struttura: vivremo giorni difficili, di impegno, ma anche di serenità perché è un gruppo ottimo e che lavora col sorriso (un riconoscimento pubblico è stato tributato a Vincenza Noschese, nello staff da 40 anni e prossima al pensionamento)».
Infine un pensiero per il Natale alle porte e per il futuro: «Natale? E' una rinascita, e lo deve essere per tutti noi e ci deve accompagnare per il 2022, insieme. E sui giovani non voglio limitarmi a dire banalità, bisogna pensare che se questo mondo, creato dalla mia generazione non va poi così bene, ora tocca a loro fare un mondo migliore, non a noi. Dal canto mio sarò il menestrello di questa zona interna per far sì che arrivi qualche investimento in più, qualche occasione in più per lo sviluppo, Era importante intanto stringerci in un abbraccio ideale, anche con le autorità: non era una serata facile ma essere qui e vedervi è quasi commovente».