Benevento

Riceviamo e pubblichiamo un intervento dell'avvocato Gino De Pietro

 

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"Una reazione a catena si è prontamente sviluppata all’indomani della chiusura delle scuole disposta dal sindaco di Benevento, in “splendida” solitudine.

I consiglieri di opposizione, sia di Civico 22, che di Alternativa per Benevento, hanno ampiamente criticato il provvedimento, sottolineandone l’illegittimità e l’illogicità.

Il Codacons, con un articolato comunicato, ha durissimamente attaccato l’ordinanza e ha preannunziato anche una denunzia penale per interruzione di pubblico servizio.

La notizia più bella, però, è senz’altro la presa di posizione dei ragazzi che hanno protestato contro la decisione del sindaco di interrompere le attività didattiche inviando una lettera aperta in cui rivendicano il loro diritto allo studio “in presenza”.

C’è sempre da sperare nei giovani, perché sono ancora anime pure e incorrotte.

È legittimo attendersi da un momento all’altro che anche gli insegnanti prendano posizione contro la scelta del sindaco di Benevento e rivendichino il loro diritto di insegnare in classe, guardando gli studenti, confrontandosi con loro per l’intero orario curriculare e non per una frazione dello stesso. Sarebbe un gesto di solidarietà tra discenti e docenti che gioverebbe molto alla scuola e a ciò che essa rappresenta per questo paese.

Auspicabile sarebbe anche una decisa presa di posizione del Ministero dell’Istruzione su un provvedimento che, non essendo né legittimo né giustificato, invade la sfera di competenza dello stesso e ostacola il processo formativo scolastico affidato a tale dicastero e alle sue ramificazioni territoriali.

I dirigenti scolastici hanno tempestivamente reagito istituendo ad horas la dad, evitando che il provvedimento sindacale si trasformasse in un anticipo delle festività natalizie, una specie di regalo avvelenato di Natale fatto da papà Lucignolo-Mastella agli sfortunati studenti beneventani, che meno di tutti in Italia hanno potuto fruire dell’insegnamento scolastico in presenza.

Il prefetto è stato investito dal comitato dei genitori della richiesta di assumere i necessari provvedimenti atti ad ovviare alle illegittimità perpetrate dal sindaco di Benevento. Forse sarebbe il caso di coinvolgere anche il provveditore agli studi, organo periferico del MIUR, e come tale interessato a tale vicenda che vede il sindaco impedire, illegittimamente ed ingiustificatamente, l’ordinato svolgimento delle attività scolastiche mentre lascia ogni altra attività svolgersi normalmente.

Nel frattempo da più parti, correttamente, si sottolineano due gravi e manifeste illogicità del provvedimento sindacale: la mancata indicazione di precisi dati epidemiologici riguardanti Benevento, rispetto ai quali l’ASL, che viene coinvolta come il soggetto che avrebbe fornito tali dati, dovrebbe fare finalmente chiarezza, come da più parti si chiede, e la mancata chiusura di attività al chiuso – e, quindi, potenzialmente contagiose – previste dal calendario dei festeggiamenti natalizi.

Riguardo al primo punto, sarebbe sommamente ridicolo, prima ancora che illogico, che per contagi crescenti a Giugliano o a Portici, debbano chiudere le scuole di Benevento mentre quelle restano aperte, visto che gli unici “numeri” cui l’ordinanza fa riferimento riguardano dei presunti grafici regionali per dati risalenti di vari giorni.

Quanto al secondo, invece, l’atteggiamento del sindaco di Benevento rivela una forte propensione a fare come l’omino di sego del romanzo collodiano, per cui ciò che conta è far divertire gli sfaticati e gli svogliati con lazzi, frizzi e scherzi e, quindi, chiuse le scuole finquando non ci si ritrovi tutti a chiamarle squole!

Il tanto vituperato re Borbone, accusato di tenere a bada il popolo con le famigerate tre F (festa, farina e forca) non avrebbe fatto peggio!

Meraviglia anche l’acquiescenza dei tanti giuristi presenti nella giunta e nella macchina amministrativa. Ha fatto tutto da sé, il sindaco, o si è avvalso del loro illuminato quanto illuminante parere?

Il – ahinoi! – sindaco di Benevento, che si è vantato qualche mese fa di aver inserito in non si sa bene quale circuito il “paesone” Benevento rivela, ancora una volta, la sua vera natura. Benevento, città più antica di Roma, capitale della civiltà osco-sannitica alcuni secoli avanti Cristo, era centro di civiltà quando il territorio oggi chiamato Ceppaloni era attraversato da bovi, capre e pecore.

Oggi i beneventani hanno dato l’altolà al sindaco dicendogli: “Giù le mani dalla scuola, la scuola non si tocca!”. E’ un primo passo, ma molto importante per rimettere al giusto posto le cose e stabilire le corrette priorità.

La scuola è più importante delle feste e delle discoteche e a dirlo sono proprio i giovani, gli studenti, i ragazzi, il futuro, insomma, della nostra città e, sia consentito dirlo, dell’umanità.

Sono certo che il politico, il sindaco, l’uomo andranno incontro ad un’amara lezione di qui a poco per i danni che già cagionati e per quelli che minacciano di causare in futuro".