Benevento

E' una inchiesta per la quale il sostituto procuratore Assunta Tillo ha già avanzato diciassette richieste di rinvio a giudizio -l'udienza preliminare è in programma il 29 aprile dinanzi al gup Pietro Vinetti-, ma che ora fa registrare ulteriori sviluppi cautelari.

Li ha determinati la Cassazione, respingendo cinque dei sei ricorsi presentati contro la decisione con la quale il Riesame aveva accolto l'appello del Pm contro il no del gip Loredana Camerlengo ad adottare una misura contro alcune delle persone coinvolte nell'indagine della Squadra mobile e del Nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza che era rimbalzata all'attenzione dell'opinione pubblica alla fine di luglio del 2020, quando era stato arrestato Nicola Panella (avvocati Angelo Leone e Pierluigi Pugliese), 57 anni, di Montesarchio.

Nel mirino dell'attività investigativa, supportata da sequestri di beni e società, da intercettazioni telefoniche ed ambientali, una serie di operazioni attraverso le quali, per evitare il rischio di misure patrimoniali nei suoi confronti, Panella si sarebbe spogliato di beni immobili e quote societarie.

In particolare, gli arresti domiciliari sono stati disposti per due commercialisti avellinesi: A.G. e C.G. – entrambi difesi dall'avvocato Gaetano Aufiero; due imprenditori: M.L. (avvocato Marcello D'Auria),  originario di Boneea ma residente a Prato, e F.C., residente in Svizzera. Per G.V. (avvocato Luca Russo), di Pesco Sannita, è scattato l'obbligo di firma, già diventato esecutivo, per non aver presentato ricorso alla Suprema Corte, per G.S. (avvocati Luca Guerra e Stefano Travaglione), di Pesco Sannita.

Un discorso a parte riguarda Panella, per il quale, nell'ottobre del 2020 il Pm aveva proposto l'arresto anche per altri addebiti, incrociando il rigetto del Gip, ma non del Riesame, che aveva stabilito i domiciliari per il 57enne con una pronuncia che la Cassazione ha annullato con rinvio. Va ricordato che Panella è stato rimesso in libertà nel gennaio del 2021, dopo quattro mesi nel carcere di Secondigliano e un periodo ai domiciliari.

Associazione per delinquere, intestazione fittizia dei beni, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici e l'indebita compensazione, queste le ipotesi di reato contestate a vario titolo.

In una lunga nota il Procuratore Aldo Policastro sottolinea che “le condotte sono state poste in essere attraverso operazioni societarie e finanziarie, realizzate anche grazie all’apporto dei due professionisti avellinesi, afferenti la gestione di molteplici società, la maggior parte delle quali riconducibili al principale indagato ed - in concreto - non operative ma utilizzate precipuamente per finalità elusive o per la fittizia assunzione di personale. I gravi indizi del contributo dei predetti soggetti nel contesto associativo trovava conferma allorquando, in sede di esecuzione di provvedimenti cautelari nel luglio del 2020, veniva rinvenuta presso il loro studio la somma in contanti di oltre 937.000 euro”.

L. viene indicato come presunto “uomo di fiducia di Panella deputato all’esecuzione delle direttive impartite nella gestione operativa e commerciale delle società a lui riconducibili, occupandosi di questioni relative ai dipendenti grazie ai sui rapporti diretti con i consulenti del lavoro”. Mentre V. e S. sono ritenuti presunti “prestanom preposti all’esecuzione delle disposizioni di L., secondo tempi e modalità dallo stesso dettate”.

Quanto a C., attenzione puntata sulle “trattative di trasformazione in RSA e vendita di una struttura alberghiera ubicata in Apollosa” e “riconducibile” al presunto “capo dell’associazione, ponendosi quale intermediario tra quest’ultimo ed i potenziali acquirenti e/o soggetti interessati all’operazione di trasformazione”. Inoltre, gli inquirenti sono convinti che sarebbe “intervenuto per far partecipare imprese in bandi di finanziamenti pubblici, aventi ad oggetto l’acquisito di macchinari innovativi, in maniera da replicare” il presunto “meccanismo fraudolento di indebita percezione di contributi già utilizzato in precedenti operazioni in cui erano state coinvolte altre società”.