Benevento

«Perché vengo spesso nel Sannio? Ma voi pensate che, al di là di De Luca, ci sia qualcuno che ha interesse per le aree interne? Vengo qui perché so bene cos’è il Sannio, soprattutto perché so quanto vale». Così Vincenzo De Luca, ieri all’hotel President, nell’ultima tappa sannita del suo tour “Mai più ultimi”. Sala del President gremita: presenti amministratori dei comuni sanniti, ex amministratori di?Benevento. Ha presentato l’incontro il coordinatore del comitato per De Luca, Alfredo Nazzaro, ed è intervenuta anche Giulia Abbate, consigliere regionale uscente: «Serve la buona politica, e una rivoluzione culturale.?De Luca non ha mai smesso di tutelare il pubblico, De Luca è stato condannato per un motivo, perché lavora. Ma la verità è che il riscatto in questa regione può essere incarnato soltanto da Vincenzo De Luca». Ribadisce la ferma volontà di andare avanti, dopo la condanna per la vicenda del termovalorizzatore «che personalmente - ha commentato De Luca - ritengo una medaglia al valore». Condanna che ha portato alla sospensione dalla carica di sindaco di Salerno, per effetto della legge Severino. Ma ha dato una notizia in merito, l’esponente Pd, quando ha raccontato che: «Ho parlato con Fassino e mi ha detto che l’Anci e l’autorità nazionale Anticorruzione creeranno un gruppo di lavoro misto per studiare una modifica a questa legge. Una legge che è un obbrobbrio giudiziario e che, mi ha raccontato un esponente politico di Benevento, non era voluta neppure dalla stessa Severino, ma serviva, perché in quel periodo era esploso lo scandalo Fiorito». Dunque, l’intenzione di?De Luca, palesata più volte, è quella di non fermarsi nella corsa verso Palazzo Santa Lucia, nonostante quelli che lui definisce veri e propri tentativi di omicidio...politico, ça va sans dire: «A Roma ovviamente arrivano voci riguardo la mia vicenda...quello che so per certo è che sono in tantissimi quelli che vorrebbero vedermi morire. A volte mi sento come il protagonista del celebre film Papillon: vogliono uccidermi politicamente, ma non ci riescono». Tentativi di killeraggio politico, che, secondo De Luca, hanno come movente la paura di veder Palazzo Santa Lucia cambiare verso: «Hanno paura: la battaglia per le regionali fa molta paura: a Napoli temono che si faccia piazza pulita, che si ponga fine al mercato dei favori personali e dei favoritismi». Certo, potendo però, a prescindere dal forte spirito battagliero, per sua stessa ammissione De Luca avrebbe fatto volentieri a meno di intraprendere un cammino così difficile, sebbene può essere l’occasione per fare chiarezza: «Ribadisco, la mia condanna, per me, è una condanna al valore civile. Servirà per far luce su come è ridotta l’Italia: io rispetto in maniera rigorosa l’autonomia della magistratura, tuttavia ripeto che deve essere difesa la dignità delle persone. Per questo motivo vado avanti, senza mollare di una virgola. E le stesse cose che dico qui le andrò a dire alla direzione nazionale del?Partito Democratico. Andro lì a esprimere questa posizione: io vado avanti. La stagione in cui si può uccidere un uomo per finto moralismo deve finire: bisogna rendersi conto, in base a questa vicenda, che ormai basta una lettera anonima per innescare un procedimento».

Cristiano Vella