Ha ottenuto un notevole successo il concorso “Ariano sulle vie della parità edizione 2021”. Il comune ha aderito alla campagna “8 marzo, tre donne, tre strade”, promossa dall’associazione nazionale toponomastica femminile, impegnandosi a dedicare tre aree di circolazione (strade, piazze vicoli, viali e vie) a tre figure femminili. Notevole è stato l'impegno profuso da parte della consigliera comunale Valentina Pietrolà.
"Il carattere trasversale della toponomastica e la conseguente analisi del territorio offrono numerose opportunità didattiche di integrazioni interdisciplinari e, nel contempo, permette a bambine e bambini, a ragazze e ragazzi di sviluppare forme di cittadinanza attiva e di partecipazione alle scelte di chi amministra la città, nel rispetto dei valori dell’inclusione.
Per modificare l'immaginario collettivo, che sottostima l’operato delle donne e ne oscura l’ingegno - afferma l'amministrazione comunale - è necessario intervenire sui simboli e restituire valore e visibilità pubblica all’agito femminile, spesso occultato dalla storia.
Il nome e lo spazio in cui si vive, infatti, coniugano l’astrazione del nome con la concretezza dei luoghi fisici, mettendo in evidenza che uno spazio fisico può in molte occasioni assumere valore simbolico.
Le scuole mediante dei prodotti didattici hanno fornito alla commissione speciale toponomastica dell’ente delle proposte di intitolazione al femminile di luoghi cittadini."
Eccole le tre nuove intitolazioni, le prime nella storia per la città di Ariano Irpino e i prodotti realizzati dagli studenti.
Matilde Serao (Patrasso, 14 marzo 1856 – Napoli, 25 luglio 1927) scrittrice e giornalista.
Matilde Serao nasce a Patrasso, in Grecia, il 7 marzo del 1856. Scrittrice di prestigio, tra le più prolifiche di sempre della letteratura italiana, con oltre settanta opere al suo attivo, è passata alla storia anche per essere stata la prima donna italiana a fondare e dirigere un giornale.
Al suo nome infatti, si lega quell'intenso momento di rinnovamento del giornalismo italiano che segna il passaggio dall'Ottocento al Novecento, ossia da un modo di fare informazione ancora tutto sommato artigianale, ad un altro tipo più efficace e impegnato, oltre che tecnologicamente avanzato.
Di lei si ricorda il carattere profondamente sanguigno, sottolineato da una grande napoletanità. Nella città di Napoli era considerata un personaggio tanto popolare che si dice che quando passava in carrozzella, i monelli gridavano a gran voce: "Sta panno a signurì!" (Sta passando la signora!). Sebbene non avesse basi culturali tali da raggiungere un'importante profondità linguistica fu senza dubbio una grande figura nel campo del giornalismo: va ricordata in tal senso la sua idea, creativa e precorritrice, di trovare nuovi abbonati ai suoi giornali attraverso concorsi e cadeaux di varia natura.
(Istituto Don Lorenzo Milani- Scuola Secondaria di primo grado A. Covotta Classe 1 sez C. Aurora Pratola: redattrice delle domande e risposte dell’intervista, voce della Serao. Sofia Gambacorta: montaggio audio e video. Carmine Graziano: presentatore. Mirko Ricciardi: audio intervistatore. Docente: Simona Carpinella). Prodotto video intervista).
Sorella Angela Negri Arnoldi (1928-13 febbraio 1991) Silenziosa operaia della Chiesa.
Nel 1957 Mons. Novarese, acquista la chiesa di Valleluogo in Ariano Irpino ed i terreni ad essa adiacenti, sorge così una nuova fondazione dei Silenziosi Operai della Chiesa. A questo punto si inserisce la figura di sorella Angela Negri Arnoldi “uno straccio di donna inchiodata su una sedia a rotelle per tutta la vita”, ha scritto di lei il Professor Esposito, che riesce, dopo l’incontro con Monsignor Novarese, a fare della sua infermità una vera e propria missione. Dalla convinzione che nella sofferenza ci può essere gioia, Sorella Angela trae tutte le sue energie per operare con Mons. Novarese, come responsabile del nuovo centro. Così Sorella Angela Negri Arnoldi, donna di nobili origini, romana di nascita, piemontese per scelta, diviene irpina per vocazione e missione. Sorella Angela da subito, insieme a tre consorelle apre un asilo; un laboratorio di ricamo, di taglio e cucito per le adolescenti; più tardi un laboratorio di falegnameria; in seguito un laboratorio di ceramica. Sempre più spesso, i contadini della zona ricorrono a lei per avere consigli su problemi familiari, di ordine medico, per risolvere difficoltà scolastiche o lavorative dei figli. Sorella Angela si adopera anche per le ragazze e i giovani diversamente abili e non, che frequentano i laboratori per apprendere un mestiere. Con il passar del tempo non abbandona più la sedie a rotelle e questo le pesa ma nonostante tutto è felice di servire il prossimo con la preghiera. Muore il 13 Febbraio 1991 all’età di 63 anni. Oggi il centro di Valleluogo è un punto di riferimento non solo per gli ammalati ma anche per i diversamente abili che provengono da tutto il Sud e anche per tutte le persone che, in quella valle cercano serenità, conforto e pace.
(II SS Ruggero II- Seconda classe Liceo artistico. Alunno: Gianluca Schiavone. Docenti: Lara Di Furia e Flavio Grasso. Prodotto: collage fotografico).
Il progetto didattico è il risultato di un consulto di documenti, foto, lettere e informazioni ricevute da Lucia Scrima e Antonio Alterio, storico di Ariano Irpino. Le foto scelte, rappresentano alcune delle opere più importanti realizzate dalla donna per il territorio arianese. Successivamente lo studente, affiancato dalle tutor, studentesse Cesario Benedetta e Gaia Del Vecchio, con l’uso degli acquerelli ha portato a conclusione il lavoro.
Mariateresa Di Lascia (Rocchetta Sant'Antonio, 3 gennaio 1954 – Roma, 10 settembre 1994) scrittrice e politica.
Mariateresa Di Lascia è stata una scrittrice ed una politica italiana. Nasce e cresce nel piccolo paese della Daunia, frequentando le scuole a Lacedonia, in provincia di Avellino. È stata deputata nella IX Legislatura, eletta nelle fila del Pri. La sua attività politica è stata legata a grandi battaglie civili ed è stata la fondatrice della Ong Nessuno tocchi Caino, il cui obiettivo è l’eliminazione della pena di morte in tutto il mondo. La sua attività politica è stata affiancata da un fervore letterario che la porterà ad intraprendere la scrittura di racconti brevi, pubblicati verso i primi anni’90. La scrittura divenne progressivamente il suo principale interesse e, già minata dalla malattia, iniziò il romanzo “Passaggio in ombra”, che fece scoprire alla critica le sue grandi doti di narratrice. Il romanzo fu pubblicato pochi mesi dopo la sua morte e vinse il Premio Strega nel 1995. Il premio, quindi, giunse postumo, insieme al rimpianto del mondo della critica letteraria di aver perso prematuramente una voce letteraria di grande intensità.
(II SS Ruggero II- Liceo Artistico classe 3 sez A. Titolo: All’ombra del grande castello, percorso alla scoperta della figura di Mariateresa Di Lascia. Studenti: Sara De Donato, Larseneirik Miinea. Docenti: Aufiero Alessandra, Mannetta Rocco, Ornella Siciliano).
Prodotto didattico: "Il lavoro si compone di due parti: un’intervista immaginaria costruita su documenti originali scritti dall’autrice e un breve racconto illustrato. Le illustrazioni della copertina e del breve racconto sono state eseguite da Sara De Donato e Larseneirik Miinea che si sono provati in due tecniche artistiche molto differenti, la grafica digitale e il disegno a carboncino, la scelta è stata fatta per far dialogare due linguaggi considerati molto distanti, uno simbolo della manualità più istintiva dell’arte e l‘altro che rappresenta l’incontro tra la creatività e le tecnologie più moderne; il risultato vuole proprio provare la perfetta sintesi delle due tecniche visive e le possibilità espressive che nascono dal loro incontro. Il titolo del breve racconto, nonché di tutto il progetto, è «all’ombra del grande castello», si tratta di un passo del romanzo che ha colpito subito la fantasia del gruppo di lavoro. Il castello descritto dalla scrittrice, alla cui ombra sorgeva la sua casa, ci ha fatto subito pensare per paragone al Castello di Ariano, soprattutto come presenza poetica all’interno degli occhi e dei ricordi di tutti noi, così gli elementi che abbiamo trovato in comune tra i nostri ambienti ed il romanzo rivelano nel «castello» un altro elemento di comunanza. Gli stessi allievi hanno curato anche la stesura dei testi coadiuvati dai docenti che li hanno guidati all’uso dei materiali originali dell’autrice."