Un episodio di corruzione e turbata libertà degli incanti volto a pilotare l’assegnazione della gara d’appalto bandita da Autostrade per l’Italia per le tratte autostradali della DT6 di Cassino - Lotto 7 - per un valore di 76milioni e 500 mila euro (luogo di esecuzione Puglia, Campania, Lazio) al centro dell'inchiesta che ha portato all'arresto in casa per quattro persone destinatarie di un'ordinanza firmata dal Gip del Tribunale di Benevento Pietro Vinetti. Un'aggiudicazione per la quale era stata prevista la procedura “aperta” per la stipula di un accordo quadro per ciascun Lotto di Gara che sarebbe stato aggiudicato con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa sulla base del miglior rapporto qualità/prezzo, secondo criteri e parametri di cui al disciplinare di gara.
Inchiesta coordinata dalla Procura di Benevento e in particolare dal sostituto procuratore Francesco Sansobrino, e condotta dalla Guardia di Finanza di Benevento.
Il provvedimento cautelare personale è stato disposto nei confronti: di un imprenditore della provincia di Benevento, amministratore di fatto di società gestite formalmente anche da altri membri della propria famiglia, con sede nel Sannio, operanti prevalentemente nel settore della costruzione e manutenzione di infrastrutture stradali; del presidente pro-tempore della Società Autostrada Tirrenica s.p.a., Sat s.p.a. (società concessionaria di una tratta autostradale dell’A12 e partecipata al 99,931% da Autostrade per l’Italia S.p.a.), già sottosegretario di stato per i lavori pubblici dal 1996 al 2001; del Contract Manager di Autostrade per l’Italia s.p.a. (Aspi); di una persona coinvolta con il ruolo di intermediario tra gli incaricati di pubblico servizio e gli imprenditori privati, residente in Emilia Romagna, già responsabile dell’Area Commerciale di Coopcostruttori dal 1976 al 2003. Dodici le persone indagate. Gli indagati sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati Sergio Rando, Marcello D'Auria, Antonio Castiello e Alessio Lazazzera.
E’ stato altresì disposto dal Gip ed eseguito in data odierna il sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, anche per equivalente, di somme di denaro sino alla concorrenza di complessivi euro 64.128, “costituenti – ha spiegato il procuratore Capo di Benevento, Aldo Policastro - parte del prezzo illecito promesso e importo finora oggetto di effettiva consegna”.
Le indagini, durate oltre un anno hanno consentito dapprima di acquisire gravi indizi in ordine ad una dazione corruttiva da parte di altro membro della stessa famiglia dell’imprenditore beneventano oggi destinatario della misura cautelare a favore di un dipendente dell’Anas e “proseguivano mediante ulteriore attività tecnica nei confronti di esponenti del citato gruppo imprenditoriale, al fine di acquisire ulteriori elementi in ordine alla prosecuzione dell’attività corruttiva e all’inserimento della stessa in un più ampio programma criminoso avente ad oggetto accordi illeciti estesi e/o ramificati, conclusi e/o da concludere in fase di aggiudicazione delle procedure di gara.
Sin dai primi giorni di attività emergeva la figura - quale intermediario – del già responsabile dell’Area Commerciale di Coopcostruttori, residente in provincia di Ferrara, il quale - con cadenza frequentissima - per conto dell’impresa beneventana – ha spiegato ancora il dottore Policastro -, si recava a Roma per acquisire e riferire informazioni sugli sviluppi delle gare di appalto. Il prosieguo delle indagini evidenziava (nel periodo giugno - settembre 2020) contatti (telefonici e dal vivo) sempre più frequenti tra la predetta persona ed il presidente di SAT s.p.a., finalizzati a determinare - in cambio di denaro - l’aggiudicazione di una procedura di gara indetta da ASPI in favore del RTI (Raggruppamento Temporaneo di Imprese) di cui la società beneventana era capogruppo mandataria”.
Una gara alla quale hanno partecipato solo 2 concorrenti, nello specifico un consorzio con sede in Napoli – la cui offerta tecnico - economica era stata ritenuta la più vantaggiosa all’esito delle procedure di valutazione esperite dalla Commissione nominata dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti - ed il Raggruppamento Temporaneo di Imprese con mandataria la società beneventana. “La successiva pretestuosa analisi delle anomalie riscontrate sulle offerte, sviluppata da tecnici interni ad ASPI, su sollecitazione degli indagati, ribaltava successivamente - nella sostanza - il giudizio della commissione, con conseguente assegnazione dell’appalto in parola alla seconda classificata, ossia il citato RTI. Le investigazioni esperite consentivano di acquisire gravi indizi in ordine a come l’assegnazione dell’appalto sia avvenuta a seguito dell’intervento di vari soggetti intermediari che si sono frapposti tra il privato corruttore e l’incaricato di pubblico servizio deputato alla selezione del concorrente a cui assegnare la gara. In particolare, il Presidente di SAT s.p.a., quale intermediario di altri incaricati di pubblico servizio della società ASPI e preposti alla gara in argomento (ovvero in grado di influire su di essa), uno dei quali individuato nel Contract Manager di ASPI, esercitava la sua influenza illecita per far aggiudicare al RTI, con capogruppo la società beneventana, la procedura di gara in contestazione, determinandone l’aggiudicazione provvisoria. Il tutto – ha rimarcato il Procuratore Capo Policastro - dietro promessa di ricevere, da parte dell’imprenditore beneventano (per sé e quale collettore delle somme dovute dagli altri privati corruttori, parte del RTI) e dell’intermediario ferrarese (che avviava i rapporti con il Presidente di SAT s.p.a., concordava le condizioni economiche e sollecitava il pagamento), una somma di denaro di 360 mila euro, importo pari allo 0.5% circa dell’importo complessivo a base d’asta dei lavori.
Il prosieguo delle indagini consentiva di rilevare che l’accordo si era delineato in tal senso, dissimulando il prezzo della corruzione come segue: l’imprenditore beneventano avrebbe pagato subito una somma di euro 60 mila euro (formalmente imputata ad una fattura - per operazioni inesistenti - inerente l’assistenza legale - solo in minima parte effettivamente resa - che il Presidente di SAT s.p.a. aveva fornito per un patrocinio innanzi al Tar Molise in favore dell’impresa beneventana) a titolo di prima tranche sull’importo complessivo oggetto di corruzione. Tale circostanza veniva poi confermata da mirati accertamenti bancari eseguiti al riguardo, che hanno confermato l’avvenuto pagamento - in data 01.03.2021 - della somma di 64.128 euro a mezzo bonifico bancario su un conto corrente intestato al presidente di SAT s.p.a. La somma residua, pari ad euro 300 mila in favore sempre del presidente di SAT s.p.a. ed ulteriori euro 100 mila al Contract Manager di ASPI ed almeno ad altro incaricato di pubblico servizio preposto alla gara, sarebbe invece stata pagata - sempre secondo quanto desumibile dagli elementi allo stato acquisiti- in almeno due occasioni (rispettivamente 3 mesi e 6 mesi dopo l’aggiudicazione definitiva) e sarebbe stata dissimulata dalla stipula di un contratto di assistenza legale che il presidente di SAT s.p.a. avrebbe concluso con il costituendo consorzio delle imprese aggiudicatrici della gara turbata”.
Questa mattina l'esecuzione delle misure cautelari e numerose perquisizioni nei confronti dei rappresentanti legali/gestori di fatto nonché presso le sedi delle società facenti parte del RTI aggiudicatario del presunto appalto pilotato.
Notificati, infine, inviti a presentarsi per rendere interrogatorio ad ulteriori persone per le quali non è stata avanzata richiesta cautelare, “allo stato sottoposti alle indagini nell’ambito del presente procedimento in relazione a delitti analoghi ovvero connessi a quelli per i quali si procede, in un caso anche per le attività volte ad aiutare gli indagati ad eludere le investigazioni in corso”.