La riduzione della pena per sette imputati, la conferma per altri cinque. E' la sentenza della Corte di appello per le dodici persone - una tredicesima era stata assolta, altre sei giudicate con rito abbreviato- tirate in ballo dall'indagine antidroga della Squadra mobile di Benevento rimbalzata all'onore delle cronache il 20 luglio del 2018, quando era stata eseguita un'ordinanza di custodia cautelare in carcere.
Queste, in particolari, le nuove pene (tra parentesi quelle stabilite in primo grado dal Tribunale il 9 luglio del 2020): 7 anni e 2 mesi (10 anni), a Cristian Bertozzi, 40 anni, 7 anni e 6 mesi (10 anni) ad Antonio Cifiello, 40 anni - per una cessione è stata dichiarata la prescrizione-; 11 anni (16) a Giuseppe Iele, 37 anni; 10 anni (16) a Maurizio Iuliano, 28 anni; 7 anni e 6 mesi (10 anni) a Enzo Martinelli, 41 anni; 6 anni e 8 mesi (8 anni) a Stanislao Musco, 44 anni; 7 anni e 6 mesi (9 anni) a Cosimo Sferruzzi, 34 anni.
Confermate le condanne di 6 anni e 8 mesi ad Alberico D'Auria, 26 anni, Mauro Fornito, 49 anni, Marco Intorcia, 33 anni, e Raffaele Iuliano, 31 anni; e di 1 anno e 6 mesi, pena sospesa, per Umberto Ianniello, 33 anni, tutti di Benevento. Revocata la libertà vigilata a Bertozzi, Cifiello e Sferruzzi.
Sono stati impegnati nella difesa gli avvocati Antonio Leone (per Intorcia, i due Iuliano e Musco, quest'ultimo con il collega Domenico Russo), Claudio Fusco (per Bertozzi), Marcello D'Auria (per Cifiello – con l'avvocato Vincenza Falco – e D'Auria), Maurizio Lepore (per Fornito), Gerardo Giorgione (per Ianniello, Iele e Sferruzzi) e Luca Russo (per Martinelli).
Nel mirino degli inquirenti, come si ricorderà, era finita l'attività di una presunta associazione per delinquere che si sarebbe occupata dell'approvvigionamento della droga -cocaina, crack, eroina, marijuana ed hashish- tra Villa Literno, Giugliano, Castelvolturno e Napoli, e della sua vendita nel capoluogo sannita.
L'inchiesta, partita nell'ottobre del 2013 dopo l'incendio al rione Libertà della Mercedes di un personaggio noto alle forze dell'ordine - un rogo ricondotto alla lotta in corso per il controllo del traffico e dello spaccio della roba'- riguardava fatti inclusi in un arco temporale che va dal novembre del 2013 al gennaio 2015.
Quindici mesi di lavoro investigativo intervallato da arresti e sequestri di roba, supportato da intercettazioni ambientali e telefoniche che avrebbero consentito di disegnare vertici e compiti di una associazione cui è stato ritenuto promotore-organizzatore Nicola Fallarino, 37 anni, uno dei sei imputati che avevano scelto il rito abbreviato, sfociato per lui, nel giugno del 2019, in una condanna a 20 anni e, per gli altri, in pene dai 6 ai 16 anni. Condanne ridotte in appello, con pene da 6 ai 16 anni per Fallarino.