Benevento

Da una parte un ingegnere trentenne ucciso a New York, dove stava per conseguire un dottorato alla Columbia University; dall'altra un dentista che, credendosi più furbo di tutti noi, si è presentato con un braccio al silicone all'appuntamento con l'inoculazione del vaccino contro il Covid. Si è guadagnato una denuncia e la ribalta mediatica, aggiungendo l'ennesimo grano al rosario dei luoghi comuni sul nostro Paese.

Non scandalizziamoci se puntualmente ce li rinfacceranno, non meravigliamoci di fronte al sarcasmo ed all'ironia che il resto del mondo, anche se ha poco da insegnarci, probabilmente ci riserverà. Eccole, tragicamente, le contraddizioni dell'Italia: chi ha perso la vita dopo averla spesa per studiare e migliorarsi, e chi invece, pur avendo avuto una qualche frequentazione con i libri, ha pensato di poter aggirare le regole.

Capita ogni giorno in una realtà nella quale la furbizia è frequentemente elevata a valore positivo, come capacità di sapersela comunque cavare in ogni occasione, anche se ciò significa calpestare i diritti altrui. Un problema di educazione e cultura che continua a provocare guasti che sono sotto gli occhi di tutti. Perché impattano su un'intera comunità, sopratutto su quella fascia della stessa che, rispettando le regole, finisce col diventare più debole.

Un meccanismo terribile nella sua banalità,che spiega carriere costruite sul nulla, incarichi e posti di lavoro. E se qualcuno si azzarda a sollevare un minimo dubbio e ad avanzare qualche rilievo, spunta la reazione sdegnata degli interessati. Fanno le vittime, esibiscono titoli altisonanti, come se fossero gli unici ad averli e non ci fosse una moltitudine nell'identica condizione; ricordano i 'concorsi' superati, i trasferimenti ottenuti solo per meriti intellettuali, mica per le raccomandazioni.

Quelle si rimproverano agli altri quando le proprie sono ormai abbondantemente cadute in prescrizione e non c'è più il rischio che qualcuno ci metta il becco, o si respingono energicamente al grido che “le carte sono a posto, è tutto in regola”.

Ma davvero pensano, questi 'signori', che non si noti il servilismo praticato nei confronti di chi ha temporaneamente il potere di decidere, magnificandone ogni starnuto ed esaltando le doti che gli hanno già consentito di mettere a posto i suoi famigli, con l'obiettivo di ottenere che faccia altrettanto anche con i loro? Ecco perchè vi chiediamo, mentre ve la cantate e suonate tra voi, di lasciarci in pace. O è troppo?