E' pronto a “cambiare le cose ancora una volta” a dare il via ad un nuovo viaggio in cui promette “disinvoltura, entusiasmo e passione”. Clemente Mastella, dal Teatro Brancaccio di Roma, ha presentato il suo “noi Di Centro”, un nuovo progetto politico che mira a ricostruire l'area centrale “senza la quale non si vince”.
Sgombra il campo dagli equivoci, il sindaco di Benevento. “La Dc è irripetibile” e guarda ad una “Margherita 2.0” per la quale invita Ettore Rosato di Italia Viva e il senatore Gaetano Quagliariello presenti al Brancaccio come le sue inossidabili “truppe mastellate”.
Nel suo centro Mastella prende le distanze da Calenda “è un personaggio stravagante, un po' tolemaico: pensa a se stesso, non so dove andrà, farà la fine dell'asino di Buridano... Soffre questo complesso psicologico di inferiorità rispetto a me. Mi dispiace ma io vado avanti a prescindere da lui".
Mira al 15%, con il suo nuovo progetto e a recuperare la capacità di “dialogare con il paese”.
“Basta vedere quello che ha scritto ieri il Censis: c'è un Parlamento che non capisce il Paese e un Paese che non capisce il Parlamento. Noi siamo un po' terrapiattisti di centro".
Non fa sconti al Pd “che – ricorda – non ha più vinto un'elezione dal 2006. Se insegue M5S non va da nessuna parte”. E a Letta dice “fate l'Ulivo”.
Nel suo “patto del Brancaccio” chiede compattezza “necessario aggregare l'area che esiste”.
E sul Quirinale "Non tiriamo per la giacca Mattarella... una grande persona sul piano umano e politico. Pare che non ci stia per un secondo mandato” e allerta Berlusconi “Deve stare attento. Questi colloqui Meloni-Letta la dicono lunga, perché questi vogliono portare Draghi a tutti i costi, dopodiché si rischia di andare al voto. Però non so se hanno fatto i conti col Parlamento".
Non mancano le stoccate ai Cinque Stelle, alla loro “teatralità”. Fino alla conclusione “Il viaggio inizia adesso, non so se le cose andranno meglio ma è certo che per farlo devono andare diversamente”.