Benevento

AGGIORNAMENTO 21 FEBBRAIO

Lasciano il carcere dopo oltre due mesi il 35enne ed il 48enne. Il Gip ha infatti concesso i domiciliari ai due uomini, peraltro fuori provincia. Sono impegnati nela difesa gli avvocati Antonio Barbieri, Carmelina Mastrillo e Marcellina De Pasquale.

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A Cusano Mutri, ma non solo, da ieri non si parla d'altro. Era inevitabile di fronte ad una storia come quella rimbalzata all'onore delle cronache, della quale avrebbe fatto le spese una 25enne, 'bersaglio' di condotte persecutorie e di una tentata estorsione: se non avesse tirato fuori un bel po' di soldi, sarebbero stati messi in rete foto e video di lei in atteggiamenti intimi.

Una storia fin qui ricostruita dal lavoro del sostituto procuratore Francesco Sansobrino e dei carabinieri della Compagnia di Cerreto Sannita, che potrebbe però nascondere ulteriori implicazioni. Almeno a valutare la versione offerta da uno dei due uomini finiti in carcere su ordine del gip Maria Di Carlo. Si tratta del 35enne che, difeso dall'avvocato Antonio Barbieri, questa mattina non se n'è rimasto in silenzio ed ha risposto alle domande. Ammettendo di aver avuto in passato una relazione sentimentale con la ragazza, ma negando gli addebiti che gli sono stati contestati.

Diversa la scelta del 48enne, rappresentato dagli avvocati Carmelina Mastrillo e Marcellina De Pasquale, che si è invece avvalso della facoltà di restare a bocca chiusa. Prossima tappa il Riesame, mentre va registrato il coinvolgimento nell'inchiesta di un altro 35enne, sempre di Cusano – è assistito dall'avvocato Giuseppe Francesco Massarelli -, destinatario di una perquisizione e di un sequestro, la cui posizione è evidentemente ritenuta marginale.

Come si ricorderà, l'indagine era stata avviata lo scorso 11 ottobre, quando ai militari si era presentata la giovane, che aveva consegnato una pen-drive nella quale erano custodite le registrazioni di due telefonate nelle quali la persona all'altro capo del filo l'avrebbe minacciata, appunto, di mettere in rete foto e video della donna mentre era in atteggiamenti intimi.

Un rischio che avrebbe potuto evitare se avesse sborsato una somma di denaro lievitata dai 20 mila euro pretesi  a giugno  ai 107mila e ai 130mila di ottobre. Lo scorso 8 novembre, poi, era stata incendiata, per fortuna in modo parziale, la Panda della mamma della 25enne.