Benevento

Sarà l'ottava sezione del Riesame di Napoli a pronunciarsi, il 9 dicembre, sul ricorso degli avvocati Massimiliano Cornacchione e Vincenzo Sguera contro l'ordinanza di custodia cautelare con la quale il Gip di Napoli, lo scorso 23 novembre, ha disposto il carcere per don Nicola De Blasio, ex parroco di San Modesto e direttore della Caritas, che da venti giorni era sottoposto ai domiciliari.

Nel provvedimento, adottato per il pericolo di reiterazione del reato, era stata contestata, oltre a quella di detenzione di materiale pedopornografico, anche l'ipotesi di una condivisione dello stesso. E' relativa ad un episodio che si sarebbe verificato nello scorso febbraio, finito nel mirino della Procura di Torino, che aveva ordinato la perquisizione effettuata il 3 novembre dalla polizia postale, conclusa con gli arresti in casa per il sacerdote, stabiliti dal sostituto procuratore Marilia Capitanio e confermati dal gip Gelsomina Palmieri, dopo il rinvenimento di file e video nel suo pc.

Fotogrammi ed immagini che sono al centro di una consulenza (riguarda due computer e uno smartphone) del Pm di Napoli, al quale gli atti erano stati trasmessi per competenza, da Benevento, dopo la convalida dell'arresto in flagranza. Si tratta di accertamenti tecnici che dovranno riscontrare quanto affermato dall'indagato, che aveva sostenuto di aver scaricato il materiale tra il 2015 ed il 2016 perchè intendeva condurre una indagine sul fenomeno della pedopornografia nell'ambito ecclesiastico. Un'attività interrotta quando si era reso conto che era illegale, aveva aggiunto, affermando che da allora quelle immagini non erano più state visualizzate o scambiate.

Una versione ribadita anche nell'interrogatorio dopo l'arresto in carcere, quando, al cospetto del Gip partenopeo, aveva escluso di aver fatto accesso ad una chat per lo scambio del materiale. Un contatto avvenuto con la sua linea telefonica, dotata di una wifi aperta che chiunque dall'esterno avrebbe potuto usare.

Come è noto, il 7 dicembre sarà invece discusso il ricorso, ma dinanzi al Tribunale di Benevento, contro il 'sequestro bis', per una ipotesi di ricettazione, dei 170mila euro trovati nell'abitazione di don Nicola.