Avellino

L'atteggiamento, l'intensità, il ritmo hanno fatto la differenza a Torre del Greco dove l'Avellino ha dimostrato che per vincere una partita in maniera autorevole c'è qualcosa di decisamente più importante rispetto ai moduli e alla tattica. Risolta la partita a scacchi con la Turris, Braglia è di pronto a ridisporre le pedine per una nuova partita in cui ogni mossa sarà determinante, proprio come al “Liguori”. E, allora, partendo dal presupposto che la differenza la farà, a prescindere dal sistema di gioco, l'approccio alla partita, che i biancoverdi dovranno provare assolutamente a bissare, è probabile che si torni al rodato 4-2-3-1 tralasciando la difesa a 3 adottata contro i corallini.

C'è da fronteggiare il 4-3-1-2 di Mignani in cui Botta, sulla trequarti, rappresenta una dei pericoli numero uno a cui badare. L'argentino, che ha rifiutato di trasferirsi in Irpinia quando l'Avellino stava improntando il proprio mercato proprio sul 4-3-1-2, preferendo accettare l'offerta dei pugliesi, andrà contenuto nel migliore dei modi possibili, magari provando a sporcare tutte le linee di passaggio che gli consentano di ricevere palloni puliti per metterlo in condizione di puntare l'area di rigore e ispirare il tandem Antenucci – Paponi. Sul fronte interpreti dovrebbe profilarsi un unico ballottaggio, con il conseguente scivolamento di Bove in panchina: Micovschi o Carriero trequartista a destra. Qualora giocasse quest'ultimo sarebbe agevole, attraverso il suo arretramento di pochi metri e lo spostamento di Kanoute dietro Maniero e Di Gaudio, mettersi a specchio con gli avversari.