“Il Comune di Sant’Agata de’ Goti è in dissesto”. La sentenza è quella emessa dai consiglieri di minoranza Giovanna Razzano e Luigi Di Nuzzi che, citando prima Keynes (ll lungo termine è una guida fallace per gli affari correnti: nel lungo termine saremo tutti morti) e poi Berlinguer (Il rispetto delle alleanze non significa che l’Italia debba tenere il capo chino), denunciano con una nota stampa la situazione finanziaria di Palazzo San Francesco.
“Il Comune - scrivono in una nota i due consiglieri di opposizione - è sicuramente indebitato ed in dissesto. Per poterlo evitare dovremmo attuare un lungo, lunghissimo periodo di austerity. Ma, come diceva il grande economista Keynes, il lungo termine è una guida fallace per gli affari correnti: nel lungo termine saremo tutti morti”.
La nota a firma Razzano e Di Nuzzi
Nel loro comunicato stampa i consiglieri di minoranza pongono una domanda: “Ma dove nascono così tanti debiti?”
“Non certo sotto il cavolo - è la risposta contenuta nella stessa nota -. Infatti, già il 25 maggio 2014 nella relazione di fine mandato del sindaco Valentino, datata 10 aprile 2014, era evidente che nel corso dei cinque anni del suo governo la popolazione si era ulteriormente indebitata: il debito pro capite dei cittadini era passato dai 1.120,68 euro annui del 2009 a 1183,38 euro dell’anno 2013. Ma tra i debiti, si precisa, non sono comprese le anticipazioni dl 35/2013. Per capirci: circa 3 milioni e 600 mila euro”.
“L’allora imposta sulla ‘spazzatura’ - continua la nota dei due consiglieri del centrodestra - era passata dal 97,24 procapite al 2009 a 132,03 nel 2013. In quella stessa relazione il sindaco nel disquisire sul riconoscimento dei debiti fuori bilancio dichiarava di tenere ‘… costantemente monitorato lo stato del contenzioso con attività ricognitiva periodica’ e che gli importi riconosciuti alla fine del 2012 erano di euro 194.904,83 e, risultavano alla data del suo ‘fine primo mandato’ altri dediti per circa 600.000,00 euro derivanti da sentenze non esecutive e/o forse non passate in giudicato, ma non si capisce bene, almeno per noi comuni mortali, spiegando che eventuali pagamenti di tali sentenze comportavano difficoltà nel reperimento dei fondi e difficoltà, in caso di vittoria dell’ente della ripetizione delle somme. Evviva Dio! Alla data del 10 aprile 2014, data della relazione di fine mandato, avevamo un dato certo e costantemente monitorato”.
“Peccato però - questa la denuncia che adesso muovono i consiglieri Razzano e Di Nuzzi - che solo pochi mesi dopo, neppure un anno dopo, il Valentino bis abbia comunicato, in data 2 gennaio 2015 e dopo infinite richieste di questa opposizione, al Revisore dei conti che i debiti fuori bilancio ammontavano a circa 3.259.000,00 euro. Ovviamente tali debiti sono già epurati delle transazioni sottoscritte nel corso del 2014 delle quali avremo modo di parlare a lungo. Cosa è successo? Prima il Valentino dice di tenere tutto sotto controllo e dopo pochi mesi annuncia che ci sono più di 3 milioni di nuovi debiti. Nel corso di questi otto mesi si è scatenata la giustizia beneventana? Abbiamo avuto la fortuna di un pool di giudici molto solerti che hanno lavorato solo per noi comune di S. Agata de’ Goti?”
“Ma non erano - si chiede l’opposizione -, come dichiarato più volte anche in consiglio comunale da più membri della maggioranza, debiti vecchi e scevri da responsabilità presenti? E se è così perché alla data del 10 aprile 2014 non si conoscevano? La contraddizione numerica e politica nella quale si muove la giunta Valentino è palese”.
“La verità - concludono i due consiglieri - è, come dice il revisore dei conti, che il rendiconto ‘…non rappresenti a pieno la situazione finanziaria, economica e patrimoniale dell’Ente'. Dunque, delle due l’una: o il fatto è noto a tutta la maggioranza, quindi avallato da tutti, o la maggioranza non sa ciò che approva. Ed è il caso di accennare che questa maggioranza, probabilmente, non sa neppure quali sono le responsabilità patrimoniali personali derivanti da tali omissioni. In entrambi i casi siamo in pieno paradosso kafkiano o in una situazione ‘perturbante’ alla Freud”.
“Enrico Berlinguer - ecco la seconda citazione -, vero uomo di sinistra, diceva: Il rispetto delle alleanze non significa che l’Italia debba tenere il capo chino.
Vincenzo De Rosa