Un anno e 4 mesi, pena sospesa,, una provvisionale di 10mila euro i favore delle parti civili e il risarcimento dei danni, da liquidarsi in separata sede, in favore delle stesse. E' la condanna decisa dal giudice del Tribunale di Avellino, Galeota, per Raffaele Pagnozzi (avvocato Enzapaola Catalano), 32 anni, chiamato in causa nell'indagine sulla morte di Daniele Di Biase, il 29enne di Pannarano che l'11 giugno del 2016 era rimasto folgorato mentre raccoglieva le ciliegie a San Martino Valle Caudina.
Indicato come intermediario del lavoro che Daniele avrebbe dovuto svolgere, Pagnozzi aveva raggiunto quel terreno in compagnia della vittima – i familiari sono rappresentati dall'avvocato Fabio Russo- e di un 46enne.
Secondo la ricostruzione dei fatti operata dal sostituto procuratore Cecilia Annecchini e dalla polizia, l'incubo si era materializzato all'improvviso, con il contatto accidentale tra i cavi dell'energia elettrica e una scala allungabile, da appoggiare agli alberi per prelevarne i frutti, che i tre uomini stavano spostando.
Daniele era stato attraversato da una scossa violentissima, gli altri due avevano riportato ustioni non gravi alle mani ed ai piedi. Immediatamente soccorso, il giovane era stato caricato in un' auto che l'aveva trasportato fino alle porte di Benevento, dove il 29enne era stato trasferito a bordo di un'ambulanza. I medici ce l'avevano messa tutta per rianimarlo, ma era stato inutile.
Una fine sconvolgente che aveva profondamente turbato l'opinione pubblica, costretta a fare i conti con una esistenza stroncata in modo terribile. Un dramma anche al centro di una causa civile intentata contro l'Enel e gli eredi del proprietario del terreno nel quale i sogni di Daniele erano stati bruscamente interrotti.