Sarà pure che l'erba del vicino è sempre più verde, ma Emanuele Santaniello è stati capace di passare nel giro di pochi mesi da calciatore mal digerito, ad Avellino, da una buona parte di tifosi, a uomo del rimpianto in una situazione piuttosto paradossale. Anche oltre i giudizi soggettivi. Nella scorsa stagione, in biancoverde, Santaniello ha giocato 41 partite e messo a segno 5 reti tra campionato e playoff: 4 gol nella regular season, uno nell'andata dei quarti di finale dei playoff, al “Partenio-Lombardi”, contro il Südtirol.
Nemmeno il tempo di mandare in archivio l'annata agonistica che è stata chiara l'intenzione della società, del direttore sportivo e del tecnico di cederlo, al pari del compagno di reparto Bernardotto. Una decisione che all'epoca in pochi, va ricordato, hanno accolto strappandosi i capelli, convinti che, alla fine, al posto di Santaniello sarebbe arrivato qualcuno di valore superiore. Ed è questo il nocciolo della questione.
Perché il vero Santaniello, o almeno superiore a quello visto in Irpinia, è venuto fuori non appena ha iniziato a indossare la maglia della Turris, che lo inseguiva da mesi e mesi per il fermo desiderio del responsabile dell'area tecnica Primicile e del tecnico Caneo di affidargli le chiavi dell'attacco.
Via da Avellino, principalmente per motivi legati alla scelta di giocare col tridente, come svelato dallo stesso Santaniello a 696 TV; approdato a Torre del Greco per essere il riferimento centrale, di un tridente. E Santaniello, che pure là davanti, in carriera, ha giocato più a due che a tre, si è dimostrato un centravanti moderno. Mobile, tecnico.
Risultato? In 13 partite è già andato a bersaglio 5 volte. In estrema sintesi ha già superato lo score finale, in termini realizzativi, fatto registrare con l'Avellino 2020/2021. Col senno del poi è sempre facile ragionare; ci sono annate e annate, ma Santaniello ad Avellino ora divide tra chi resta convinto che non sia stata poi una grande perdita e chi, invece, si mangia le mani interrogandosi su se non sarebbe stato meglio tenerlo anche in relazione a chi, alla fine, ha preso il suo posto.
Intanto, è arrivato il momento dello scontro diretto: tempo di debiti scongiuri per i tifosi irpini, con lo spauracchio del gol dell'ex ad aleggiare, e di voglia di acuire le rivalutazioni da parte del riccioluto bomber, rinato a pochi kilometri da Avellino, lasciata a con un pizzico di dichiarata amarezza.