Arienzo

Ferma presa di posizione del sindacato autonomo polizia penitenziaria Sappe che, dopo la recente visita sui luoghi di lavoro, chiede al Ministero della Giustizia la chiusura della casa circondariale di Arienzo.

“In un Istituto come quello di Arienzo che può ospitare un massimo di 106 detenuti, ma che all’attualità (o almeno alla data 20.10.2021) ne conta appena 64, si ritiene “ingiustificata” la presenza di nr. 2 (addirittura) dirigenti e n. 1 Commissario del Corpo di Polizia Penitenziaria”, spiega Donato Capece, segretario generale del Sappe. “Il danno erariale per la presenza (soprattutto) di nr. 2 dirigenti del Corpo è evidente. Spropositato, se comparato ad atri Istituti penitenziari italiani che ospitano un più cospicuo numero di detenuti, è il numero dei "sottufficiali" presenti nella Casa Circondariale di Arienzo. È inammissibile, infatti, che nell'Istituto in parola vi siano poi 9 ispettori e 9 sovrintendenti, per un totale di ben 18 unità.  Da una pur sommaria analisi del personale in servizio risulterebbe che quello impiegato nelle cariche fisse costituisca almeno il 40% sul complessivo del personale totale”.

Ma la denuncia del Sappe non si ferma quì: “ultimamente abbiamo appreso che una unità è stata impiegata per integrare i poliziotti in servizio presso il locale Ufficio Comando, anziché a turno come sarebbe stato più auspicabile e doveroso.   Detta unità, infatti, sarebbe potuta essere impiegata quale ulteriore addetto al "block house" dell'Istituto, unica postazione di servizio che prevede una sorveglianza armata a tutela dell'intera struttura.   O, ancora, sarebbe potuta essere utilizzata a supporto della "portineria" ove, al momento, l'unica unità ivi in servizio risulta essere oberata e distratta da molteplici compiti nell'angusto spazio a disposizione e, come rilevato da questa O.S. in sede di visita sui luoghi di lavoro, si occupa anche di sorvegliare i monitor esistenti in un locale attiguo che è sembrata essere una sorta di"Sala Regia".

Il Sappe si ritiene dunque insoddisfatto “in ordine ai presunti provvedimenti adottati nei confronti dell'unità appartenente al ruolo ispettori responsabile del "settore colloqui" che non aveva alcun titolo di intervenire ed interferire durante la visita, nè di esprimere esternazioni di natura "sindacale" che, come noto, non possono essere espresse durante il servizio di istituto. Un Istituto di così minima “disponibilità ricettiva” di detenuti con contestuali problematiche che non riescano a garantire livelli minimi “adeguati” di sicurezza (ed eventualmente anche “trattamentali”), costituisce un vero e proprio spreco di risorse pubbliche che meritano di essere definitivamente tagliate, anche in considerazione della milionaria gestione occorrente per il penitenziario de quo”.

Da qui la denuncia del Sappe ai vertici del Dap e del Ministero della Giustizia: “non essendo, Arienzo, sede di Tribunale, nulla osta in punto di diritto alla sua chiusura, a beneficio di Istituti limitrofi come, per esempio, la Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere ove il personale operante potrebbe essere trasferito ed ove, quindi, potrebbe rafforzare il contingente di Polizia Penitenziaria presente, attualmente stressato e logorato dagli ingenti carichi di lavoro”. La “palla”, ora, passa ai vertici ministeriali.