Riceviamo e pubblichiamo una riflessione dell'avvocato Gino De Pietro
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"Trieste è stata recentemente oggetto di una prolungata protesta di no vax e no green pass con partecipanti ovviamente non distanziati e senza mascherine; risultato: la regione rischia a breve la zona gialla e fors’anche arancione.
Per troppe settimane si sono svolte manifestazioni di no vax e no green pass, a volte violente, spesso fuori controllo, sempre non in linea con gli obblighi di distanziamento e di uso della mascherina; risultato: i contagi sono aumentati geometricamente, l’Rt cresce, aumentano i ricoveri e le terapie intensive occupate in molte regioni.
Siamo in pieno autunno e i dati sono in preoccupante peggioramento. L’appena iniziata ripresa economico-sociale rischia di essere spazzata via da nuove chiusure. Questo il risultato della “libertà” intesa come licenza di fare ciò che più fa comodo, sponsorizzata non solo da frange violente e gruppi di irragionevoli oppositori alla vaccinazione e al green pass, ma anche da Fratelli d’Italia e dal segretario della Lega che, dal primo momento, demagogicamente, strizzano loro l’occhio, incoerentemente con le posizioni prese e incuranti degli interessi della stragrande maggioranza di italiani che si è vaccinata, vuole lavorare e intende far andare i figli a scuola e riprendere la vita sociale interrotta per troppo tempo.
Da queste colonne, da tempo vado dicendo che la soluzione sarebbe stata l’obbligo vaccinale, ho deplorato l’ambiguità, frutto di grave irresolutezza, del green pass fondato sul tampone negativo, l’inerzia sul problema dei trasporti di prossimità, la sostanziale ingiustizia di una situazione che privilegia un’esigua minoranza chiassosa e, non di rado, violenta a danno della stragrande maggioranza del paese, ragionevole e produttiva.
A questo punto è evidente che, se il Governo non cambia qualcosa alla svelta, a breve ci ritroveremo in gravi difficoltà e si aprirà nuovamente lo scenario, da evitare ad ogni costo, delle chiusure.
Mi sono persuaso che se il Governo non si è indirizzato verso l’obbligo vaccinale per legge ciò è avvenuto perché, oltre alla Lega, ci debbono essere frange di altre forze politiche che non sarebbero disponibili a sostenerlo e che, al momento della votazione in aula, farebbero brutti scherzi che potrebbero costare caro alla stabilità del Governo o quantomeno al suo prestigio. Escludendo Forza Italia, le cui posizioni, in questo campo, sono apparse fin da subito chiare e ferme, i dissidenti debbono necessariamente annidarsi nel movimento Cinque Stelle, che, del resto, conta nellesue file molti “fenomeni” dell’irrazionalismo di ritorno (terrapiattisti, complottisti e “pensatori” di varia “originalità”) ma anche nelle schiere del PD, che non ha mai espresso su tale punto una posizione chiara a favore dell’obbligo vaccinale, attenendosi allo stucchevole, quanto ipocrita, protocollo (un tempo si sarebbe parlato di “velina”) della necessità di “persuadere”.
L’Austria ha prima minacciato e poi, rapidamente (teutonicamente!?) eseguito il lockdown per i non vaccinati, visto che da loro dipende l’incremento dei contagi, l’aumento dei ricoveri e delle terapie intensive.
Da noi sta maturando – con grave ritardo – la consapevolezza che non si possono equiparare i vaccinati a coloro che, nel lasso temporale previsto dalla norma, risultano negativi al tampone, per cui si dovrebbe andare verso un green pass per i soli vaccinati, soluzione che appare, in certa misura, quasi speculare al lockdown selettivo.
Ciò che preme sottolineare è che l’evoluzione della diffusione del virus ha fatto giustizia della demagogica dottrina della totale libertà tra vaccinarsi e non farlo e dell’incondizionata libertà di fare ciò che più aggrada.
Se si trattasse di nuocere solo a se stessi, se ne potrebbe anche discutere, fermo restando che la coerenza vorrebbe che non si potesse poi far ricorso al servizio sanitario nazionale sottraendo possibilità di cura a malati incolpevoli per patologie diverse, ma poiché si tratta di un virus fortemente contagioso, la libertà di contagiare gli altri non è contemplata – e ciò dovrebbe essere chiaro anzitutto moralmente – ed anzi è vietata dalla Costituzione che so preoccupa di proteggere la società prevedendo i trattamenti sanitari obbligatori quando ne ricorrano i presupposti di necessità per la tutela della salute pubblica.
Tra qualche settimana, la stragrande maggioranza dei cittadini italiani che si è vaccinata e già ha pagato un forte prezzo economico, culturale, sociale e psicologico al virus si potrebbe trovare a dover affrontare altre chiusure, la ripresa della famigerata didattica a distanza, ulteriori perdite economiche, forti restrizioni alla vita sociale e culturale a causa della non generosa ma stoltissima indulgenza delle istituzioni verso un’infima minoranza di persone che, senza alcuna ragione, hanno ostacolato e continuano ad ostacolare la lotta contro il covid. E’ evidente che in questo parlamento si annidano troppi stolti imbelli che non hanno alcuna capacità né di prevenire i fenomeni, né di contrastarli adeguatamente, né di fare i conti con la realtà, che confondono sempre col meschino interesse sondaggistico o preelettorale.
Il paese ha bisogno di una guida ragionevole e coerente che sappia decidere ed imporre l’obbligo vaccinale accompagnato da effettive sanzioni, eliminare il green pass per tampone, accelerare la somministrazione delle terze dosi, centralizzare la gestione della vaccinazione per renderla rapida ed omogenea nel territorio nazionale, prevedere una disciplina completamente diversa tra vaccinati e non vaccinati per premiare nei primi lo spirito di solidarietà sociale e civile e lasciare a carico solo dei secondi il peso delle conseguenze del loro riottoso ed irragionevole atteggiamento.
Non vorrei che i vaccinati fossero costretti a scendere in piazza per pretendere dal Governo e dal Parlamento il rispetto dei loro sacrosanti diritti sia politici che individuali.
Qualche settimana fa il governo era nel mirino perché aveva adottato per primo provvedimenti restrittivi utili a contenere la diffusione del virus. In Francia o in Gran Bretagna, paesi orgogliosi dei loro eventuali primati, questo dato sarebbe stato motivo di vanto, da noi, da troppo tempo adusi all’autodenigrazione, è stato motivo di doglianza contro Draghi, Figliuolo e la compagine governativa nel suo insieme. Ora che l’Austria ci ha “sorpassati” e che tutti cercano di adottare misure analoghe a quelle da noi escogitate, sarà forse il caso di non fermarci per arrivare ultimi, come taluni forse vorrebbero per poter poi criticare l’operato del governo e prenderne il posto, incuranti del bene del paese ma seguaci della vecchia, mai tramontata dottrina, del “Tanto peggio, tanto meglio”".