Benevento

Sei condanne ed un'assoluzione sono state chieste dal pm Flavia Felaco nel processo a carico delle sette persone chiamate in causa a vario titolo dall'indagine dei carabinieri sulla morte Pietro Presti, 50 anni, l'operaio di Apollosa che il 31 agosto del 2015, ad Arpaia, aveva perso la vita dopo essere stato travolto da una frana che lo aveva intrappolato fino all'altezza della testa.

Un tragico incidente sul lavoro, nel cantiere aperto in via Carducci per l'ampliamento della rete fognaria del centro caudino.

Queste, in particolare, le richieste dell'accusa: 1 anno e 4 mesi a Giuseppina La Selva, 77 anni, di San Martino Valle Caudina, amministratore unico della 'Appalti generali srl', che stava eseguendo l'intervento, 4 anni e 2 mesi ad Annibale e Michelangelo Pancione, 46 e 54 anni, di San Martino Valle Caudina, soci della stessa impresa; 2 anni a Gianluca Esposito, 50 anni, di Taranto, coordinatore della sicurezza, 4 anni a Eugenio Pirozzi, 55 anni, di Montesarchio, preposto della 'Appalti generali, per il quale è stata chiesta l'assoluzione da un altro capo di imputazione, 2 anni e 2 mesi ad Enrico Pallotta, 57 anni, di San Martino Valle Caudina, dipendente del Comune di Arpaia e responsabile del procedimento per l'appalto. L'assoluzione è stata invece proposta per Mikola Chikalyuk, 59 anni, di San Martino, operaio, che risponde di false informazioni al Pm.

Dopo la requisitoria, gli interventi degli avvocati Claudio Barbato e Giampiero Clementino, legali dei familiari della vittima, parti civili, che si sono espressi per la dichiarazione di responsabilità degli imputati. Il 28 gennaio ed il 25 febbraio le arringhe dei difensori – tra gli altri, gli avvocati Nino Lombardi, Massimiliano Cornacchione, Fabio D'Alessio e Francesco Pagnozzi-, cui seguirà la sentenza del giudice Daniela Fallarino.

L'incubo si era materializzato nel cantiere aperto in via Carducci per l'ampliamento della rete fognaria del centro caudino. Pietro, padre di due figli di 20 e 12 anni, era in uno scavo profondo un paio di metri, una massa di terreno si era staccata all'improvviso e lo aveva investito, schiacciandolo. Avevano provato a liberarlo, c'erano riusciti, ma a quel punto non c'era già più alcunchè da fare per lui. Inutile, purtroppo, ogni soccorso.