Avellino – Taranto 2-1, il commento dei tesserati dei rossoblù (in apertura il video con le conferenza stampa in successione).
Giuseppe Laterza, allenatore del Taranto: “Questa è una sconfitta che non va giù. Devo fare i complimenti ai miei ragazzi, che hanno reagito bene dopo il 2-0 scendendo in campo col piglio giusto nella ripresa. C'è rammarico, la squadra si è messe bene, ho visto determinazione e personalità. Ho sentito parlare molto delle assenze dell'Avellino, ma nessuno ha parlato delle assenze del Taranto. Noi non ci piangiamo addosso, ma abbiamo dimostrato di giocarcela contro chiunque. Saraniti escluso all'ultimo momento? Purtroppo si porta dei problemi da qualche settimana e non ce la faceva a giocare la partita di oggi”.
Francesco Montervino, direttore sportivo del Taranto: “Credo che il mister abbia detto cose giuste, il Taranto non ha assolutamente dimostrato di essere inferiore dell'Avellino, almeno a quello che ho visto oggi, e non meritava di perdere. Non ci lamentiamo mai dell'arbitro, ma c'è sempre un metro di giudizio differente. Ora basta. Così, si condizionano le partite: il Taranto non deve essere trattato da matricola, ma merita rispetto. Ci sono episodi che non mi sono piaciuti: almeno due, tre ammonizioni per l'Avellino non date, una punizione di Giovinco sull'1-0 con Kanoute a tre metri di distanza. Non abbiamo mai avuto una decisione a favore e, dopo un po' di partite, devo dire questo. Mi dispiace che sia successo questo ad Avellino”.
Marco Civilleri, centrocampista del Taranto: “Abbiamo due strade: abbaterci, e non serve, oppure vedere il bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto contro una buona squadra, alla quale, per 50 minuti, non abbiamo concesso niente. Secondo me, dobbiamo ripartire dal secondo tempo, che abbiamo giocato da grande squadra. L'arbitraggio? Sbagliamo noi, sbagliano tutti. Ci può stare che, in questi campi, dall'Eccellenza alla Serie A, una scelta “mezza e mezza” possa andare in una direzione, ma sicuramente non è fatta apposta. Il 4-2-3-1? I mediani sono chiamati a lavorare parecchio, ma ben venga se poi i trequartisti fanno il loro dovere e ti fanno vincere le partite. In una squadra servono tutti, è come un'impresa di costruzioni, serve il muratore e l'architetto”.