Dichiarato inammissibile dal Riesame l'appello presentato dal sostituto procuratore della Dda Luigi Landolfi contro il rigetto, da parte del gip del Tribunale di Napoli Valentina Gallo, della richiesta di misure cautelari per le quattro persone – sono difese dagli avvocati Antonio Leone e Luca Russo – tirare in ballo da una inchiesta su una tentata estorsione, aggravata dall'agevolazione del clan Sparandeo.
Secondo gli inquirenti, nell'agosto del 2019 Corrado Sparandeo, 64 anni, attualmente detenuto, sarebbe stato il mandante di una azione di cui si sarebbe resi responsabili, un 20enne, una 51enne ed un 43enne, tutti di Benevento.
Nel mirino sarebbe finiti due imprenditori nel settore dei farinacei, ai quali avrebbero provato ad imporre il pagamento di una tangente di 8mila euro. Lo avrebbero fatto con “violenza e minaccia consistita nell'utilizzare nei loro confronti l'influenza criminale e la conseguente condizione di assoggettamento omertoso derivante dal clan camorristico Sparandeo, e nel paventare alle parti offese mali futuri”.
Un quadro che aveva indotto il Pm a proporre l'adozione di provvedimenti restrittivi nei confronti dei quattro indagati, con una conclusione che il Gip non aveva però condiviso. Da qui il ricorso al Riesame e, ora, la decisione del Tribunale.