Fede e devozione a Savignano Irpino, è il grande giorno dedicato a Sant’Anna, la comunità della Valle del Cervaro onora la sua patrona. Una ricorrenza resa ancora più solenne quest’anno dalla presenza dei Cavalieri dell'Ordine Equestre del Santo sepolcro di Gerusalemme capeggiato dal Cavaliere di Gran Croce Giannangelo Marciano oltre alla presenza dell’amministratore diocesano Monsignor Antonio Blundo e al Capitano della Compagnia dei Carabinieri di Ariano Irpino Andrea Davini. Una celebrazione molto sentita che vedrà anche la benedizione degli animali e degli attrezzi agricoli nella rinverdita fiera così come vuole la tradizione. Così scrive Michele Savignano: “Una fredda mattina del 23 dicembre 2001, mentre il sole faceva qualche capolino tra le nuvole, di ritorno dallo studio R.T.U. di Montella di Franco Moscariello, faceva rientro in Savignano la Statua di Sant’Anna, accolta dai Savignanesi con grande festa. La vecchiaia, purtroppo, non risparmia nemmeno i Santi, e la Statua della nostra patrona evidenziava tutta la sua onorata militanza dal 1757, per cui si rese necessario un totale restauro conservativo. Furono rimossi diversi strati di vernice fino ad arrivare all’aspetto cromatico originale che si decise di ripristinare integralmente. I timori che l’originale aspetto cromatico del 1757, ripristinato sulla Statua, avesse potuto scalfire i sentimenti e creare dubbi sull’assimilazione della nuova immagine, sparirono immediatamente all’apparire della Statua nel salone dell’Asilo. Gli antichi colori sembrano talmente ovvi da appagare ancora di più la vista e portarci alle considerazioni già espresse in altre occasioni: “Una opera antica manifesta tutto il suo fascino se mantenuta nel suo aspetto originale e tutti gli ammodernamenti ne limitano l’armonia”. Anche se la statua di Sant’Anna sia del 1757, la devozione è antichissima a Savignano e dagli Archivi Parrocchiali, se ne ha notizie dal 1695 quando Giuseppe De Prospo regala alla Santa e a San Rocco pezzi vaccini di ogni specie e li trattiene in società per ricavarne fondi per le feste.”
Gianni Vigoroso