“Non voltarsi dall’altra parte, è il tempo delle scelte”. E' l’accorato appello del vescovo Orazio Francesco Piazza alla luce dei recenti fatti di cronaca di Sessa Aurunca.
"Con profonda amarezza vedo confermati i timori già segnalati quasi sette anni fa nella Celebrazione in onore della Madonna del Popolo tenuta in Piazza Mercato. Sono ancora vivi nella mia mente gli accorati appelli alla cittadinanza, ma in particolare alle famiglie, ai genitori, alle istituzioni, nel segnalare l’evidente degrado sociale che si andava profilando: chiedevo di non voltarsi dall’altra parte, mentre la Città rischiava di andare in fiamme.
Sono passati diversi anni - scrive il vescovo - e mai è mancata la voce levata nel monito di non lasciar correre, di prendere coscienza di quanto andava succedendo tra le persone, in particolare giovani e ragazzi, anche di giovanissima età. È parte della consapevolezza di tutti che questo degrado diviene sempre più consistente e presenta lineamenti di pura illegalità. Ma la voce levata è risultata voce nel deserto di una coscienza sociale e civile che, per quanto possa andare fiera dei propri valori e di radicate Tradizioni, sembra di non volersi ergere a tutela di comportamenti morali e civili che possano confermare la dignità di un Popolo ed evitare il degrado di persone e famiglie.
Si cerca sempre di discutere in modo salottiero o di cercare eventuali responsabilità: la prima e palese responsabilità è di tutti, di una coscienza che perdendo la sensibilità etica si rende capace di un permissivismo senza limiti e limitazioni. Ho segnalato più volte, inascoltato, che era tempo di riprendere la via di una vera e condivisa responsabilità sociale e civile. Assistiamo invece al degrado dei nostri ambienti di vita, delle bellezze naturali e culturali del nostro Territorio e tutto passa come se non riguardasse ogni Persona. Ho visto discutere di segni mentre mancava l’evidenza consapevole della realtà così palesemente controversa e sotto gli occhi di tutti.
Certamente ci si può e ci si deve appellare alle Istituzioni preposte, alla tutela della sicurezza pubblica, ma a cosa servirebbe una nota in tal genere se ad essa non corrisponde una coscienza comune ed impegni condivisi che vogliano concretamente limitare un lento scivolamento nella violenza di comportamenti immorali? Fino a quando si rimarrà ai margini a discutere senza prendere vera e seria posizione, come singoli cittadini e come Comunità? Torneremo a parlare e a rammaricarci di tutti e di tutto senza però modificare atteggiamenti superficiali e troppo spesso disinvolti.
Ribadisco, con rinnovata e palese amarezza - conclude Piazza - che ancora si continua a guardare l’incendio della Città, ma tutti ancora fanno discussioni di parte, ad uso mediatico, invece di attivarsi e prendere i secchi per spegnere l’incendio. Cari Cittadini, è lo stesso appello rivolto a voi ben sette anni fa. È tempo di scelte. È finito quello delle chiacchiere, del fermarsi sui marciapiedi rassegnati. È tempo di esplicite azioni per una rinnovata coscienza sociale capace di recuperare spazi di vivibilità."