Se i segni del destino esistono, pensare che il Napoli abbia battuto la Salernitana grazie a un gol al minuto di gioco numero 61, come gli anni che avrebbe compiuto Maradona lo scorso 30 ottobre, vincendo 1-0, il 10 come il suo numero di maglia eliminando il trattino, e allora beh, sì, si sono pienamente manifestati. Gli azzurri sanno però bene che, oltre la mera numerologia, c'è tanto lavoro dietro ai successi per essere artefici del proprio futuro. Successi conquistati anche grazie ai gol di Osimhen, grande assente all'Arechi, che tiene Spalletti e i tifosi col fiato sospeso. Alle prese con una contrattura ai gemelli del polpaccio destro, l'attaccante nigeriano non prenderà parte pure alla sfida di Europa League, in Polonia, contro il Legia Varsavia. Le attenzioni sono così rivolte alle sue condizioni in ottica Hellas Verona, che i partenopei sfideranno domenica prossima allo stadio “Maradona”. Giusto per rimanere in tema. Già certa l'assenza per squalifica di Koulibaly, il Napoli spera di non dover rinunciare all'altro gioiello di quell'asse centrale, che ha in mezzo al campo in Anguissa un altro dei suoi giganti e che sta facendo le fortune della capolista in condominio col Milan. Lì in vetta il Napoli ci vuole rimanere, ma a Salerno è stata forte la percezione se non l'evidenza di quanto la squadra perda senza il suo finalizzatore. E, allora, dita incrociate augurandosi di rivedere quanto prima il biondo bomber seminare il panico là davanti.
Napoli, in attesa del rientro di Osimhen ecco due segni del destino
Le ultime sulle condizioni dell'attaccante nigeriano e una doppia curiosità sul derby all'Arechi
Marco Festa