Palermo – Avellino è una gara spartiacque e non per mera retorica calcistica. Lo è perché arriva alla dodicesima giornata, a più della metà del girone di andata; per come ci arrivano le squadre, con i rosanero reduci da due vittorie di fila e i biancoverdi da quattro risultati utili consecutivi con due successi nelle ultime quattro partite; per il ruolo da protagonista a cui entrambe le squadre ambiscono e per i rispettivi cammini, che configurano lo scontro diretto come il potenziale match della svolta, in positivo o negativo per entrambe.
A presentare il match, in conferenza stampa, sponda irpina, ci ha pensato il tecnico Piero Braglia: “Ci apprestiamo a scendere in campo per una partita d’altri tempi. Palermo ed Avellino sono piazze importanti. Loro ritroveranno la Curva, ci sarà molta gente in uno stadio così importante, e penso sia bello quando c’è parecchio pubblico. Il Palermo una buona squadra, che ha cambiato modulo nell’ultima gara, passando dal 3-4-2-1 al 4-3-2-1. Non so se lo confermeranno. Sono attrezzati per lottare per le zone alte della classifica, proprio come noi. A volte prendi il punto fuori casa come una sconfitta, poi, però, vinci in casa e allora ripensi al punto in trasferta come un qualcosa di guadagnato”.
Da un punto all'altro, non in classifica ma sull'infermeria: “Cerchiamo di recuperare più gente possibile ogni settimana tenendo conto di quel che ci dice lo staff medico. Non abbiamo mai avuto tutti i giocatori disponibili insieme per provare determinate cose e trovare una certa continuità tattica. Chi recupera? Dovete chiedere allo staff medico, io posso sperare di recuperare qualcuno, ma poi sono sempre gli esami e il dottore a decidere. Ciancio? Simone penso che l’avremo la prossima settimana, si sta curando e credo che da lunedì sarà in gruppo. Carriero e Maniero? Non ho, al contrario di Ciancio, la certezza che non ci saranno. Perciò parlavo di visite e di ulteriori test, quindi vediamo”.
Il primo mini-bilancio stagionale: “Obiettivi? Confermo quello che ho detto, questa squadra ha la possibilità di arrivare tra le prime tre, ne ha il potenziale. L’importante è che abbiamo tutti la testa libera facendo le cose che sappiamo fare e pensando esclusivamente al campo. Se non si arriverà tra le prime tre non avremo fatto un campionato all’altezza”.
Il modulo: “La nostra identità tattica? Noi abbiamo sempre lavorato sulla difesa a tre e sulla difesa a quattro, proprio per variare ed essere pronti ad entrambi i moduli. Perdendo D’Angelo abbiamo perso un saltatore in area di rigore, che ci ha costretto a fare delle valutazioni a seconda degli avversari e di quanta gente portano a saltare in area. È chiaro che se l’avversario ne porta 6 a saltare, non puoi certo mandare la banda bassotti a marcare. Sono valutazioni che noi come staff tecnico dobbiamo fare. Al di là dei moduli, poi è sempre l’interpretazione e l’atteggiamento, il campo a dirti se hai ragione”.
L'importanza della posta in palio: “Partita della svolta? Noi dobbiamo continuare a fare risultato, la partita della svolta è a maggio, quando si avvicinano gli obiettivi e devi capire dove arriverai realmente. Il campionato è ancora lungo, c’è un altro mercato di mezzo, quindi è chiaro che c’è ancora molto tempo. È una partita importante, ma dobbiamo pensare a trovare continuità di risultati. Quando andiamo in campo, andiamo in campo per vincere, non certo per pareggiare. Poi è l’avversario e il campo a dirti se puoi vincere, noi andremo come sempre a fare la nostra partita”.
Il 4-2-3-1: “Sono d’accordo che i giocatori bravi vadano fatti giocare, insieme, ma è chiaro che dobbiamo trovare un equilibrio. L’equilibrio lo trovi lavorando ed avendo a disposizione due interditori puri a centrocampo”.
Difesa a 4 Ciancio dipendente? “Dipende dalla crescita di Rizzo. Agostino gioca meglio nei cinque o nei quattro a centrocampo, questo è evidente, ma è un ragazzo estremamente intelligente, non credo sia un problema per lui giocare da terzino destro. Il problema è complessivo, di occupazione degli spazi e di rientro di tutti gli effettivi anche in mezzo al campo ritornando alla questione degli equilibri”.
Gli attaccanti: “Plescia? Sta facendo bene, ha fatto due buone gare, al di là di aver procurato l’espulsione domenica. Ha fatto meglio a Catania, però, quando ha potuto essere pericoloso lo è stato anche contro la Paganese. Ha sofferto tanto, è un ragazzo che ora ci può dare una mano, anche per far rientrare Maniero con calma tenendolo un attimo più tranquillo. Senza dimenticarci un ragazzo come Gagliano, che sta facendo bene e gioca meglio quando è incazzato. Bisogna trovare il modo di farlo incazzare (ride, ndr)”.
Ballottaggio Kanoutè – Micovschi: “Kanoute? Non gli ho detto assolutamente nulla dopo l’espulsione a Catania perché lo avrei fatto cento volte anche io. Preferisco un ragazzo che ha una reazione perché ci tiene piuttosto che uno guarda il raccattapalle mostrargli il pallone e poi nasconderglielo, anche perché sa che si sa che è già ammonito e può causarne la reazione, rispetto a uno che non fa nulla per riprendere immediatamente a giocare. Sta bene come Micovschi. Abbiamo ancora due allenamenti prima di giocare, vediamo”.
Sul fronte sistema di gioco e formazione si va, dunque, verso la conferma del 3-4-2-1. La probabile: Forte in porta; Silvestri, Dossena e Bove in difesa; Rizzo, Aloi, De Francesco e Tito a centrocampo; Kanoute e Di Gaudio alle spalle dell'unica punta Plescia. Tre i ballottaggi che potrebbero portare a variazioni nell'undici di partenza rispetto a quanto ipotizzato: tra De Francesco e Carriero in mediana; tra Kanoute e Micovschi sulla trequarti e tra Plescia e Gagliano in attacco.