Avellino

Sonny D'Angelo tornerà a disposizione in occasione della gara casalinga con il Picerno in programma il prossimo 20 novembre, ma non è da escludere che possa bruciare le tappe ed essere già a disposizione, parzialmente o totalmente, in occasione della trasferta in casa dell'ACR Messina, in calendario il 6 giorni prima. Rimasto vittima di un trauma distorsivo nel corso dell’allenamento di rifinitura prima del match al “Degli Ulivi”, contro la Fidelis Andria, dello scorso 17 ottobre, il centrocampista dell'Avellino ha rimediato una “distorsione complessa della tibia tarsica destra”. Un acciacco fastidioso, ovviamente limitante per la mobilità; descritto con precisione, ma non poi così grave come la specifica terminologia clinica, abbinata al termine “complesso”, sembrava lasciar intendere a chi di mestiere non fa l'ortopedico. Chi, insomma, ha dovuto googolare per scoprire che si trattasse di un infortunio a una specifica zona della caviglia nei pressi della tibia, sì, ma non alla tibia.

E, allora, sospiro di sollievo in attesa del rientro di un calciatore determinante innanzitutto per carisma e personalità. Prima di farsi male D'Angelo ha giocato con la fascia da capitano al braccio andando ad abbracciare da vero leader Braglia dopo il successo per 1-0 sulla Virtus Francavilla, al termine della settimana più calda dell'avvio di stagione dei biancoverdi.

Non di meno il suo recupero permetterà di poter tornare a usufruire dell'enorme potenziale tecnico-tattico sia sfruttandone l'abilità negli inserimenti ed in fase realizzativa, agendo nelle consuete vesti di mezzala sinistra, sia continuando a lavorare su una possibile evoluzione provata già in corso d'opera proprio contro i pugliesi: trequartista in un 4-2-3-1, in fase di possesso, con ai suoi lati due tra Micovschi, Kanoute e Di Gaudio, ed Aloi e Carriero alle sue spalle. Compagni di reparto, questi ultimi due, da affiancare con una corsa all'indietro quando la palla ce l'hanno gli avversari. Doppia cifra nella scorsa stagione, un gol in Coppa Italia alla Ternana e uno in campionato al Campobasso, su calcio di rigore, prima di fallire il suo primo penalty in assoluto con l'Avellino nel disastroso pomeriggio collettivo vissuto a Viterbo contro il Monterosi.

Sullo sfondo c'è l'integrità morale di un vero professionista, che ha sposato la causa biancoverde nella scorsa stagione spingendo per liberarsi a costo zero dal Livorno ed ha contribuito a trascinare i lupi sino alla semifinale playoff: stendendo il “suo” Palermo al “Partenio-Lombardi” negli ottavi di finale dopo avergli segnato contro pure al “Barbera” in campionato. Lì dove non potrà di nuovo sfidare i rosanero, domenica prossima, per cause di forza maggiore. E D'Angelo non ha vacillato neppure di fronte ai sondaggi del Pisa; a un'offerta della Reggiana ed al pressing asfissiante del direttore sportivo Artico e di mister Longo per portarlo all'Alessandria, la scorsa estate. Un interesse concreto al punto, dal Piemonte arrivano conferme e riscontri, da mettere sul piatto addirittura lo scambio con un certo Corazza. Un'offerta declinata dal direttore sportivo Di Somma, che ha avuto la bravura di scommettere su D'Angelo ed in lui crede fortemente, ma che per il momento, con la proprietà, non ha ancora raggiunto un accordo per il rinnovo del contratto oltre a non ritenere congrue le proposte arrivate per cederne il cartellino. E qui va aperta una riflessione ad ampio raggio prendendo in analisi una semplice quanto logica legge di mercato e di negoziazione: perché i club interessati avrebbero dovuto avere fretta di ricoprire d'oro l'Avellino non restando piuttosto alla finestra per capire se, in assenza di intesa per il prolungamento coi lupi, ci sarà la possibilità di risparmiare un bel po' di soldini per il cartellino portandolo via a parametro zero della stagione 2021/2022?

Un interrogativo da porsi quanto prima e non solo per D'Angelo, con il quale lo scorso 19 agosto fu presa la decisione di andare avanti insieme, col contratto in scadenza; stringendosi la mando con la promessa di tornare a sedersi a un tavolo per provare a chiudere il cerchio con un adeguamento economico pari al valore del calciatore, di quanto ha fatto e dimostrato finora, e, aspetto non secondario, per blindare il patrimonio che rappresenta e potrà rappresentare. Verosimile che a stretto giro di posta si proceda ad affrontare l'argomento perché gennaio si avvicina a grandi passi e il rischio di ritrovarsi società legittimate a parlare direttamente con l'entourage di D'Angelo, senza passare più per l'Avellino, si fa sempre più concreto così come potrebbe accadere per Aloi, De Francesco, Rizzo e Messina (salvo esercizio per l'opzione dell'estensione del vincolo in essere), Silvestri e Tito.