Otto giornate alla fine del girone di andata. Pur senza dimenticare che nella scorsa stagione l'Avellino costruì la sua marcia trionfale, interrotta solo in semifinale playoff contro il Padova, grazie a un girone di ritorno strepitoso, è il momento di cambiare definitivamente marcia e lasciarsi alle spalle un avvio singhiozzante con un colpo di acceleratore di quelli decisi. Vincere a Palermo, più facile a dirsi che a farsi, è il traguardo che i biancoverdi devono ambire a tagliare per uscire dal tunnel della crisi di cui, grazie al 3-0 sulla Paganese, hanno iniziato la luce in fondo. Serve una prova di forza da svuotare come una tanica di benzina sul fuoco per riaccendere l'entusiasmo e riagganciare il treno delle squadre di testa, finora inseguito in maniera affannosa, approfittando, aspetto non secondario, dello scontro diretto tra Bari e Catanzaro per guadagnare punti su una, o meglio ancora entrambe, due dirette concorrenti per la vittoria del campionato. Sotto costante monitoraggio le condizioni di Ciancio e Scognamiglio, ancora in infermeria; certa l'assenza di D'Angelo così come i rientri di Carriero e Maniero oltre a quello dello squalificato Kanoute. L'undici iniziale al “Barbera” dovrebbe essere disegnato con il 3-4-2-1 adottato nelle ultime due partite con l'unica novità di Carriero in campo al posto di De Francesco e il ballottaggio tra Micovschi e Kanoute per scegliere chi affiancherà Di Gaudio alle spalle dell'unica punta Plescia. Se dovesse recuperare Ciancio allora potrebbe essere presa in considerazione pure l'opzione 4-3-2-1 (che il Palermo ha adottato a Vibo Valentia dopo aver giocato praticamente sempre 3-4-2-1), con Bove e Rizzo in panchina ed Aloi, De Francesco e Carriero in campo contemporaneamente.
Avellino, a Palermo almeno una novità tra i titolari. Un ballottaggio in attacco
Bivio tattico che ruota intorno al recupero di Ciancio. Partita a scacchi a distanza coi rosanero
Marco Festa