Atripalda

Lentamente, e non senza fatica, quasi che si trattasse dei documenti di Wikileaks, cominciano a trapelare i dati relativi all’inquinamento atmosferico ad Atripalda, finora "secretati" dall’Amministrazione comunale. Si è dovuta comunque attendere una interrogazione presentata, al riguardo, dal gruppo di minoranza "Noi Atripalda" (il quale peraltro non ha dato alcun seguito alla propria stessa iniziativa) per venirne a conoscenza.

Si è appreso così che che la centralina ARPAC installata nel Parco delle Acacie ha registrato, nel periodo compreso tra il 7 maggio e il 13 luglio, ben 8 superamenti del limite massimo di emissioni di PM 10 (materiale particolato aerodisperso): polveri sottili tra le più perniciose perché in grado di penetrare direttamente nelle vie respiratorie, e originate, com’è noto, soprattutto dalla circolazione veicolare. Tale risultato, se proiettato nell’arco temporale di un anno, si traduce in 44 sforamenti, ben al di là dei 35 massimi consentiti dalla legge. Esso non appare pertanto per niente rassicurante, se si considera anche che è riferito a una zona che tutto lascia presumere non sia la più inquinata della città.

Mancano infatti elementi di conoscenza su via Roma, su piazza Umberto I e sul tratto via Manfredi-via Pianodardine che, nell’orario di uscita dalle scuole, è interessato da un intenso traffico automobilistico, con conseguente impennata di emissioni inquinanti. Quanto alla situazione degli anni immediatamente precedenti, nulla si può dire (ma, purtroppo, si può immaginare), per il semplice motivo che nulla.. si sa, non essendo stato attivato, per colpevole negligenza dell’amministrazione, alcun dispositivo di rilevamento.

Questo quadro allarmante non sembra però turbare i sonni del sig. Spagnuolo e dei suoi sodali, che persistono in una condotta di rimozione (della realtà) e di ostruzionismo. Finora si erano coperti dietro lo "scudo" del "protocollo Priolo" e dell’inazione del Comune capoluogo. Adesso è venuto meno ogni alibi, e ogni scelta (o non scelta) si evidenzia in tutta la sua portata. Come, ad esempio, quella relativa ai cosiddetti abbruciamenti agricoli, affrontati con un’ordinanza tardiva e inadeguata, con il risultato che fino qualche giorno fa, complice anche l’alta pressione, l’atmosfera ad Atripalda e dintorni era letteralmente irrespirabile. O come la condotta tenuta proprio in Consiglio comunale, dove il sindaco non si è degnato di rispondere in prima persona sulla questione inquinamento né ha chiamato a farlo il delegato all’ambiente, demandando il tutto al responsabile dell’UTC.

Certo, si trattava di riportare dei dati. Ma i dati vanno interpretati, analizzati, e sulla base di essi vanno costruite proposte e individuate soluzioni. Nulla di tutto questo nella conduzione amministrativa di Spagnuolo Giuseppe. Il problema dell’inquinamento si riduce a un bollettino, a un foglio di carta da affidare a un dipendente. E la politica, in questo scenario, dov’è? Semplicemente, non c’è. Svanita in romantiche nebbie o, piuttosto, in una nuvola di smog.