Benevento

Biagio Flavio Mataluni, presidente Confindustria Giovani, all'indomani del 36esimo convegno tenutosi a Napoli, propone una riflessione sui lavori e sulle aree interne: « Riempire spazi e colmare distanze: credo che non potessimo scegliere slogan migliore noi Giovani di Confindustria per il nostro 36 esimo convegno di Capri, quest’anno svoltosi a Napoli. Ho apprezzato tantissimo gli interventi degli amici Riccardo Di Stefano e Vittorio Ciotola (presidente nazionale e regionale), per un motivo molto semplice: hanno scelto la verità, i fatti e non la celebrazione che pure il contorno poteva indurre. Interventi ottimi, che non riproporrò pedissequamente perché non servirebbe: mi limiterò a una riflessione tentando di agganciare parole lungimiranti al contesto che mi compete».

E dunque il Sannio, le aree interne, con tanti spazi da riempire, oggi pericolosamente vuoti: « Sì perché quando si parla di Sannio gli spazi da riempire e le distanze da colmare si amplificano a dismisura: gli spazi, perché se pensiamo che con la provincia di Avellino le aree interne rappresentano il 44 per cento del territorio regionale; le distanze, perché sono enormi, ancora più grandi rispetto a quelle delle aree costiere.
E dunque gli spazi enormi da riempire. Di cosa? Di giovani, quelli che se ne vanno perché i nostri spazi sono stati svuotati e paradossalmente, consentitemi il gioco di parole, non c'è spazio per loro. Come? Dando un senso a quegli spazi, con la formazione, le idee vincenti, i progetti con approcci multidisciplinari e non calati dall'alto».

E sul Piano Nazionale di Resistenza e Resilianza, Mataluni chiede un approccio pratico, non metafisico come spesso sta avvenendo: «I miei colleghi hanno parlato del Pnrr, Riccardo ha avuto il grandissimo coraggio e il merito di chiedere di smetterla di dare a quei fondi l'aura della santità: senza progetti seri quei fondi si trasformeranno in un boomerang...e nel caso delle aree interne, probabilmente, il de profundis. Non possiamo pensare che luoghi dove l'età media dei dipendenti della PA è altissima, dove si opera sotto organico, dove già oggi non si è assolutamente in grado di gestire e trasformare in progettualità i fondi europei che arrivano ordinariamente, possano non domani, OGGI, gestire quella mole straordinaria di fondi e renderla strutturale. E allora? Gli spazi vanno riempiti formando figure apposite. Lo stiamo facendo? La risposta datela voi»

Quanto poi alle distanze, altro grande tema nel SanniO: «E le distanze? È il tema degli ultimi anni per le aree interne no? Siamo lontani da tutto: un ragazzo che da Montesarchio o Sant'Agata deve frequentare l'università a Napoli è costretto a quattro ore di viaggio al giorno, se pendolare...aggiungendo le ore di lezione e quelle di studio parliamo di una condizione di pesante svantaggio rispetto agli altri. Un'azienda che deve trasportare merci avrà un gap pesante rispetto alle concorrenti, magari del nord, che hanno collegamenti molteplici ed efficienti: quel gap di traduce in maggiori costi, che ovviamente incidono sulla capacità di assumere, di formare, sulla competitività.
Da imprenditore non amo parlare al futuro: diremo, faremo, vedremo sono tempi verbali che non mi piacciono, e dunque dire che su questi temi ci giocheremo il futuro per me è scorretto. Ce lo stiamo giocando».