Avellino

Il mondo della palla a spicchi irpina annovera anche figure professionali poco avvezze al clamore delle prime pagine. Uno di questi Roberto Graziano, 57 anni, spirito giovanile, carattere cordiale, persona disponibile. Doti umane che gli hanno permesso di ritagliarsi un ruolo di grande rilievo nella preparazione tecnica dei giovani cestisti campani.

Era l'ottobre del 1981 quando la rinata Scandone, che si avviava a scrivere pagine memorabili ed indelebili della pallacanestro italiana, inaugurava il suo nuovo corso in Serie D, ma anche con il minibasket e il settore giovanile. Ciro Melillo, Menotti Sanfilippo, Angelo Bellucci ed altri appassionati misero le basi per avvicinare centinaia di ragazzi a questo sport avvalendosi di figure carismatiche quali i professori Giannattasio e Adamo; Massimo Vicario.

A loro furono affiancati ragazzi con esperienza da maturare, ma volenterosi ed entusiasti di intraprendere il nuovo percorso. Uno di questi era proprio Roberto Graziano: “Non avevo neanche 18 anni, smisi di giocare evitando così di dissacrare il basket (ride, ndr) e fui coinvolto da Ciro Melillo e da Menotti Sanfilippo in quella avventura iniziata nell'ottobre del 1981 nella palestra della scuola Dante Alighieri”.

Ben presto Roberto dimostrò le sue doti di insegnante: “Ho appreso molto dai mostri sacri del basket cittadino tra i quali c'erano anche Vicario e Parisi. Proprio al fianco di MassimoVicario, che condusse la Scandone dalla Serie D alla C2, iniziati il mio percorso. Negli anni ho avuto modo di vedere all'opera gente del calibro di Veskovic e Bardini. Con quest'ultimo, fortemente convinto a portarmi con sé a Padova dopo la splendida parentesi biancoverde, ho dato una svolta al mio percorso specializzandomi nell'insegnamento dei fondamentali nella fascia d'età compresa tra i 10 e i 14 anni”.

Un'avventura ricca di aneddoti, quella di Graziano, come quella del conseguimento, per primo nella storia ad Avellino, della tessera di istruttore nazionale minibasket: “A metà degli anni 80 venne ad Avellino il professor Maurizio Mondoni. Tenne il corso per istruttori nazionali al termine del quale fui segnalato per andare al corso istruttori nazionali. Alcuni mesi dopo, poco più che ventenne, andai a Madonna di Campiglio e Mondoni, il padre del minibasket europeo, mi chiese, dopo l'esame finale, se volessi fargli da assistente al successivo corso di istruttori nazionali che sarebbe iniziato il giorno dopo. Accettai, incredulo”.

Diverse generazioni di cestisti hanno avuto modo di imparare da Graziano. I nati tra il 1971 e il 2006 sono stati “svezzati” da Graziano, orgoglioso di aver fatto appassionare al basket centinaia di ragazzi fornendo loro quella che lui definisce “l'arma” per stare insieme, per condividere amicizie e tempo libero per tutta la vita. Per alcuni per farne pure una professione: “È gratificante assistere, con il passare degli anni, all'affermazione nella vita dei ragazzi che ho allenato, tantissimi dei quali ora sono diventati padri. Quasi nessuno ha rescisso il cordone ombelicale con il basket, seguito da spettatori, dirigenti, giornalisti, arbitri, giocatori nelle cosiddette minors, ed allenatori anche in ategorie professionistiche”.

Ma Roberto Graziano è anche un tecnico che ha vinto. E non poco. Nell'annata 1973 della Scandone, ad esempio, e tra il 1986 ed il 1987 sfiorò le finali nazionali rispettivamente nelle categorie “Ragazzi” (attuali Under 13) ed Allievi (attuali Under 14). Un evento storico, all'epoca, per Avellino.

Una corsa fermata solo dalla Scavolini Pesaro, che faceva incetti di scudetti con la prima squadra in quegli anni. I valorosi ragazzi del 73 persero Teramo per 107 a 97 e poi contro il Bancoroma, a Pozzuoli, l'anno successivo con il minimo scarto: “Resta un po' di rammarico, ma ricordo anche altre annate in cui abbiamo ottenuto importanti successi e mi riferisco a quelle con i classe 1976, 1977 e 1980”.

Poi Roberto si è concesso una pausa dal 1996 al 2006 per fare il padre a tempo pieno: “Mi sono dedicato ai miei figli e nel 2006. con il mio fraterno amico Pino De Gennaro. grandissimo direttore sportivo .abbiamo fatto reclutamento con la Del.Fes. Nella Scandone non avevo più i riferimenti storici ed ho iniziato una nuova avventura, insieme anche a Gianluca Morena, Umberto De Francesco, Franco Ricciuto, Giovanna Morena ed Enrico Damaso, instancabile dirigente”.

La Del. Fes. tra il 2013 ed il 2016 ha rappresentato il meglio del settore giovanile campano e Roberto Graziano: “Con i '98 ed i '99 abbiamo inaugurato un ciclo importante. Per quanto mi riguarda sono molto legato alla vittoria senza sconfitte del campionato Under 13 Elite campano con i 2000 (ultima squadra irpina ad aver vinto questo titolo); del terzo posto alle finali regionali Under 13 Elite Campano, con i 2001, ed alla vittoria senza sconfitte del campionato Under 13 Regionale con i 2003/2004”.

Altro fiore all'occhiello della quarantennale esperienza di Roberto Graziano è rappresentato dalle finali nazionali del 3 contro 3 raggiunte sia con i 2000, nel 2013, sia con i 2001 nel 2014: “Ho vinto con i 2000 il titolo regionale del 3 contro 3 e nel 2013 siamo andati a Caorle a giocare le finali nazionali in rappresentanza della Campania. una sconosciuta realtà di provincia che riuscì a battere regioni per le quali scendevano in campo Pesaro e Cantù, per citare degli esempi. Quel 3 contro 3 non è stato mai abbastanza pubblicizzato ad Avellino, ma sfiorammo lo scudetto uscendo sconfitti solo in finale con Ragusa, che si aggiudicò il tricolore”.

Una vita sul parquet: “Ho allenato tutti con il desiderio che imparassero a giocare, e li ho voluti bene tutti dal meno bravo a chi ha giocato in Serie B o ha addirittura esordito in Serie A, in Nazionale Under 18 o maggiore. Finché mi sorreggerà la passione vorrei stare in palestra con i ragazzini dai 10 ai 13 anni”.