di Maria Verrilli *
RTR2021! Una sigla che letta semplicemente così non ha molto senso e invece racchiude un significato straordinario perché indica il progetto “Road to Rome 2021” messo in campo dall’Associazione Europea Via Francigena (AEVF) in occasione del ventesimo anniversario dalla sua fondazione. Un progetto che promuove il cammino lungo la Via Francigena per 3200 chilometri, da Canterbury a Santa Maria di Leuca. Un percorso caratterizzato dall’attraversamento di 5 Paesi, 16 Regioni e 637 comuni e suddiviso in 148 tappe. E sono le tappe Benevento-Buonalbergo e Buonalbergo-Celle San Vito, esattamente la 95esima 96esima, che interessano parte dei comuni sanniti e irpini prima di raggiungere la Puglia.
Pronti, si parte!
La 95esima tappa ha visto la partenza da Benevento dei camminatori guidati da Angelofabio Attolico, referente per via Francigena del Sud di AEVF, e accompagnati dal gruppo teatrale di Benevento e dall’associazione Sud Francigena, che ha portato il bordone del pellegrino. Insieme hanno attraversato l’antico ponte romano, il ponte Valentino, raggiungendo il comune di Paduli.
Qui i camminatori sono stati accolti calorosamente dai vari rappresentanti e operatori del servizio civile con un bel rinfresco che ha permesso di riprendere le forze e proseguire, attraversando Monte Capriano, fino a Sant’Arcangelo Trimonte. Si è giunti nel territorio del “Borgo dell’Arcangelo” percorrendo la Via Traiana fino alla sosta nell’area attrezzata “Equites”, esempio di recupero e riqualificazione di un’area marginale adibita oggi a luogo di accoglienza per i pellegrini a piedi e a cavallo.
In questo giorno, però, non c’era solo il passaggio dei camminatori di AEVF a suscitare l’interesse delle persone presenti lungo il percorso, ma un’altra accoglienza si stava preparando con grande attesa e forte trasporto emotivo: l’arrivo dei cavalieri dell’Associazione “Equites Viae Traianae” di ritorno dal Santuario garganico di Monte Sant’Angelo e con loro, trasportata a dorso di cavallo, la statua in pietra raffigurante l’Arcangelo Michele. A tal proposito Simone Inserra, responsabile scientifico dell’Associazione, descrive: «Ben 200 chilometri quelli percorsi dai cavalieri, dalle creste rocciose del Gargano fino alle distese del Tavoliere, dai rilievi della Daunia fino alle dolci colline del Sannio; un itinerario antico che sa di storia e di fede, quello della Via Micaelica, attraversato con fatica e rispetto»
Dopo questo evento emozionante la comunità ha condiviso il lunch break con i camminatori, che al termine sono ripartiti per raggiungere l’ultima parte della tappa: Buonalbergo. In piazza Garibaldi ad accogliere i camminatori vi era un bel gruppo della comunità locale e i rappresentanti dei comuni interessati dal progetto “Road to Rome 2021”. E’ stato un momento particolarmente coinvolgente, anche, grazie alla presenza del Presidente di AEVF, Massimo Tedeschi, che ha apprezzato il lavoro intrapreso dai vari comuni per migliorare il percorso della Via Francigena del Sud presentando una segnaletica migliore. Ad ufficializzare l’incontro ci ha pensato il sindaco del comune di Buonalbergo, Michelantonio Panarese, consegnando una targa ai camminatori, primo simbolo ricevuto da una comunità in tre mesi di cammino.
Così termina il 95esimo giorno di cammino.
La tappa successiva, la 96esima, vede la partenza dei camminatori intorno alle 8:30 da Buonalbergo con la stessa formazione del giorno precedente e si è proseguito attraversando Casalbore dove i marciatori hanno ammirato il borgo e il castello del comune irpino. I chilometri percorsi durante questa tappa sono risultati maggiori rispetto ai giorni precedenti, e si è continuato speditamente per raggiungere le Bolle della Malvizza dove si è unito un gruppo di trekking dell’associazione “I Pupini”.
Qui i camminatori sono stati affascinati da queste bolle di acqua solfurea presenti in un campo di grano, tanto particolari da ricordargli Marte! Con loro era presente anche Gianluca Cardinale, presidente dell’associazione di Montecalvo Irpino “I Pupini”, il quale dice: «Indescrivibile la meraviglia riflessa nei loro occhi al cospetto delle "Bolle della Malvizza" nel territorio di Montecalvo Irpino. Qui, tra la leggenda dell'oste malvagio e della taverna sprofondata, passando per le misteriose Janare senza dimenticare Eracle protettore dei viaggiatori, è stato donato il pane di Montecalvo ai camminatori per mano del consigliere Gaetano Fioravanti, in veste di rappresentante comunale».
Dopo aver gustato “la panella” di pane ancora calda, da cui tutti hanno preso un pezzo, assaporandone la fragranza e sentendo i profumi del grano si è proseguito in direzione Aequum Tuticum dove ad aspettarli era la Proloco NuovaMente e l’assessore Veronica Tarantino del comune di Ariano Irpino.
Il gruppo ben numeroso dopo tanti chilometri finalmente giunge a Tre Fontane, stazione di posta in epoca romana situata presso il confine tra Castelfranco in Miscano e Greci, successivamente passo doganale della transumanza. Si tratta di un complesso architettonico rurale composto da una grande masseria fortificata a pianta quadrangolare con un’ampia corte centrale, una taverna di forma rettangolare e un casale.
Elemento caratteristico è la fonte sorgiva da cui l’origine del toponimo. In questo scenario, che rimanda alla vita agricola di tantissimi anni fa, i camminatori sono stati accolti dai rappresentati delle amministrazioni cittadine di Greci e Castelfranco in Miscano. Dopo i saluti iniziali e i ringraziamenti da parte dell’assessore di Ariano, Veronica Tarantino, del Sindaco di Castelfranco, Andrea Giallonardo, e del sindaco di Greci, Nicola Luigi Norcia il quale esordisce in albanese: «Mire sa edhetnde KATUND» (Benvenuti a Greci) interviene Angelofabio Attolico ricordando:«la Via Francigena del Sud è un’opportunità di sviluppo per le aree interne e nel 2019 con il Consiglio d’Europa è stato certificato la Via francigena del Sud con 900 chilometri, da Roma a Santa Maria di Leuca, che attraversa anche la zona della Campania che può essere valorizzata con lo sviluppo sostenibile in un momento in cui con il PNRR si parla di borghi e sostenibilità».
Terminato il consueto rito di benvenuto prende vita la tradizione con la presentazione dei prodotti tipici a partire da un antipasto ricco e con bocconcini preparati al momento dall’azienda agricola di Antonio Pacifico e con il “caciocavallo di Castelfranco in Miscano” impiccato. A seguire Greci ha servito buka e zierë-pancotto- cucinato da Leonardo Boscia della Locanda Tajuri, mentre Francesco Miressi, della Proloco NuovaMente di Ariano, ha cucinato live “pippilli, patane e salisicchio”. Per salutare i nostri ospiti non poteva mancare un dolce: la sfogliatella preparate magistralmente da Giovanna Riccio.
Un momento conviviale davvero apprezzato e in cui gli organizzatori hanno messo il cuore affinché ciò che caratterizza i questi territori a livello gastronomico, espressione delle nostre peculiarità agroalimentari, e non solo fosse gustato e apprezzato. Solo un pranzo sembrerebbe e invece ogni comune ha espresso in qualche modo ciò che più anticamente lo rappresenta e lo radica al suo passato. Da sottolineare che nel corso delle due tappe, che hanno visto protagonisti i territori sanniti e irpini, tutti i comuni hanno espresso la propria voce in modo diverso e con forte personalità.
Si tratta di comuni situati in aree interne dove storia, fede, leggende, borghi, prodotti tipici sono i protagonisti indiscussi. Ed è proprio su questo che i rappresentanti dei comuni hanno puntato per accogliere i camminatori della Via Francigena. Questa sicuramente è stata un’occasione che ha visto giovani leve collaborare al fine di raggiungere un unico obiettivo, vale a dire la promozione del nostro territorio che ha tanto da raccontare e niente da invidiare.
RTR2021è stata senza alcun dubbio una vetrina importante perchè ha permesso attraverso i social la visibilità ad un territorio con un’anima viva. Collaborare è stato il comune denominatore e la dimostrazione di quanto la sinergia sia la strada vincente. Per questi comuni è stata una piccola sfida, una prova il cui risultato è stato significativo. Il lavoro da intraprendere per dare vita a progetti che vedano protagonista la Via Francigena è impegnativo ma questo non spaventa sanniti e irpini!
Una nuova concezione più moderna di “pellegrinaggio” è quella che va pian piano radicandosi, un turismo cosiddetto “slow” di cui tanto si sente parlare. Quel turismo lento che permette di percorre mete attraversando vari territori e immergendosi nella natura cercando di ritrovare la pace che la vita frenetica annienta, apprezzando le meraviglie della Via Francigena.
Non solo benessere interiore, quello offerto dal turismo lento sulla Via Francigena, ma anche culturale ed economico. Gli itinerari Francigeni vengono percorsi da cittadini provenienti da ogni parte del mondo, questo consente reciproci scambi culturali e la possibilità di far conoscere e apprezzare le proprie tradizioni antiche. Non ultimo il business economico per territori, come i nostri, inseriti nei circuiti turistici di massa; quindi investire sulla Via Francigena conviene e i risultati non tarderanno ad arrivare!
Altro aspetto da sottolineare, strettamente connesso al turismo lento, è la sua caratteristica di sostenibilità e l’implementazione di progetti che vengono ideati per promuoverla. Importanti interventi di infrastrutturazione e messa in sicurezza dei percorsi sono stati realizzati nei comuni interessati dal percorso principale con un potenziamento della segnaletica, l’installazione di pannelli informativi, la realizzazione di pensiline in legno nelle aree di sosta, dotate di pannelli fotovoltaici, che, oltre ad offrire riparo ai pellegrini dalle intemperie o dal sole rovente, permettono attraverso delle prese elettriche interne di ricaricare i cellulari ed i vari dispositivi elettronici senza il minimo impatto sull’ambiente. Questi interventi sono stati molto apprezzati dai camminatori di AEVF i quali hanno avuto modo di testarne la funzionalità.
Ad oggi i comuni del Sannio e dell’Irpinia (Ariano Irpino-comune capofila-, Buonalbergo, Casalbore, Castelfranco in Miscano, Ginestra degli Schiavoni, Greci, Montaguto, Montecalvo Irpino, Paduli Savignano Irpino, Sant’Arcangelo Trimonte e Zungoli) insieme alle Comunità Montane del Fortore e dell’Ufita nel 2015 hanno sottoscritto un Protocollo d’intesa con lo scopo di mettere in campo una strategia comune volta a valorizzare il percorso della Via Francigena, protocollo che a breve vedrà una collaborazione ampliata grazie all’ingresso della Diocesi di Ariano Irpini-Lacedonia e l’Arcidiocesi di Benevento
“Road to Rome 2021” ha dato una ulteriore spinta ai comuni firmatari del protocollo a credere maggiormente in quello che si può fare insieme evitando inutili personalismi ma ragionando collettivamente per il futuro di queste comunità che necessitano di progetti nuovi. Infatti molte le idee che si stanno mettendo in cantiere volti a potenziare e migliorare la Via Francigena del Sud che attraversa questi comuni.
E come scriveva un filosofo tedesco, Karl Theodor Jasper, «Solo insieme possiamo raggiungere ciò che ciascuno di noi cerca di raggiungere».