Assolto dalla Corte dei Conti, in sede di appello, l'ex sindaco di Benevento Fausto Pepe, che i giudici contabili campani avevano condannato a risarcire 25mila euro: l'importo di un presunto danno erariale che sarebbe derivato dalle differenze stipendiali illegittimamente percepite da un dipendente comunale, in relazione all’incarico dirigenziale di facente funzioni del settore “Gestione economica comunale' che gli era stato attribuito da Pepe dal 4 luglio del 2013 (in assenza dell'obbligatorio requisito di laurea) e sino al conseguimento del titolo il 26 maggio del 2015.
La Corte dei Conti ha accolto il ricorso presentato dagli avvocati Camillo Cancellario e Luigi Molinaro “perchè non risulta provato alcun danno per il Comune in conseguenza dell'esecuzione del provvedimento poiché vi è stata comunque una corrispondenza sinallagmatica tra l'erogazione dei compensi e la prestazione del dipendente, già titolare di posizione organizzativa (istruttore direttivo) nel medesimo settore finanze di cui fu poi investito della dirigenza”.
Dagli atti di causa – spiega la Corte – "si ricava che il dipendente svolse diligentemente le proprie mansioni non soltanto perchè non risultano allegati inadempimenti o disservizi, ma anche per essere egli in possesso di professionalità indubbiamente collegata alla materia economico-finanziaria, come si ricava dall'esame del curriculum”.
Ciò che appare “ancora più dirimente – concludono i giudici - è il fatto che, allo scadere dell'incarico biennale fu disposta una selezione interna per l'attribuzione della titolarità del settore e, su sette candidati, la dirigenza venne nuovamente al medesimo dipendente che, nel frattempo laureatosi, evidentemente aveva dato buona prova di capacità professionale nel periodo di svolgimento di tali specifiche mansioni. Senza contare poi, qualora l'Ene avesse provveduto ad incaricare un dirigente esterno, avrebbe certamente subito un esborso di denaro di gran lunga maggiore rispetto alle semplici differenze stipendiali”.